Kompatscher si chiama fuori Il gelo di Rossi: niente soldi Fugatti: risorse e più eventi
Il Landeshauptmann critico. Il governatore: tanta confusione
Il Landeshauptmann Arno Kompatscher gela le aspettative riguardo alle Olimpiadi invernali.
«Noi — ha commentato il Presidente della Provincia di Bolzano — avevamo dato la nostra disponibilità a mettere gli impianti a disposizione di Cortina, poi si è deciso di fare questo “tentativo a tre” con Torino e Milano, ora con Torino che si è sfilata sono rimasti in due. Non mi sembra il modo di procedere di chi vuole portare a casa i Giochi — commenta Kompatscher critico — . Sembra piuttosto uno stratagemma pensato per perdere, dunque sono felice di non essere stato coinvolto».
La corsa a tre, scelta dal Coni, è stata infatti bocciata martedì. Nel frattempo, da quando Torino è fuori dalla candidatura, Kompatscher non è stato contattato.
«Non ci è stata chiesta la nostra collaborazione né gli impianti in vista dei Giochi», precisa Kompatscher. Per l’eventuale utilizzo delle strutture, nel caso in cui dovessero essere chieste, la Provincia di Bolzano si riserva di valutare il da farsi. «Al limite — ha infatti aggiunto Kompatscher — potremmo concedere le strutture e gli impianti sportivi se ce le chiedono». Sulla questione dei finanziamenti invece è chiaro: «Non abbiamo intenzione di dare finanziamenti per questo scopo». La candidatura di Cortina era stata lanciata dal governatore veneto Luca Zaia, che voleva coinvolgere i «vicini» e inizialmente aveva proposto una candidatura delle Dolomiti per le Olimpiadi invernali del 2026.
A seguito della proposta la Provincia di Bolzano aveva già espresso il suo parere negativo. Il Landeshauptmann aveva evidenziato l’impatto ambientale ed economico che la realizzazione del villaggio olimpico e degli impianti sportivi avrebbe comportato.
«Allo stato attuale — aveva commentato Kompatscher — sono impossibili Giochi a impatto zero».
Il presidente della provincia di Bolzano aveva poi rivolto un appello al Comitato olimpico internazionale «di rivedere i criteri per i Giochi olimpici, altrimenti non si troveranno più località in Europa disposte a ospitarli».
In quell’occasione Kompatscher aveva però confermato la sua disponibilità a mettere a disposizione impianti e piste da sci già esistenti, come per altro era già stato fatto con la candidatura poi bocciata con un referendum di Innsbruck.
In Trentino la situazione è analoga, anche se forse meno netta. Alla luce della rinuncia di Torino, anche il governatore trentino non intende sostenere spese «per finanziare investimenti per il marketing su Milano a Cortina». Anche se lascia uno spiraglio: «Abbiamo dato la disponibilità per un’Olimpiade alpina delle Dolomiti, per veicolare il nome delle Dolomiti — chiarisce pacato ma deciso Ugo Rossi —. Se è ancora possibile questo progetto noi ci siamo, diversamente invece non siamo interessati a fare investimenti. E dico: grazie e arrivederci».
«Dopo la confusione sull’alta velocità e sui vaccini, ora tocca alle Olimpiadi invernali 2026»: questo il ragionamento del presidente della giunta provinciale che commenta così la vicenda: «Anche questa dei Giochi è una partita gestita con grande confusione, forse sarebbe tempo di cominciare a riflettere» sottolinea il governatore. Detto questo, «se è ancora possibile procedere con questa nuova ipotesi, dopo aver fatto nuove verifiche del caso, ci saremo, anche se ripeto mi sembra una vicenda costruita veramente male, del resto questo governo ci sta abituando purtroppo a una grande confusione su ogni cosa». In ogni caso, conclude Rossi, «il nome Dolomiti sta sopra tutti i ragionamenti politici, quindi se i territori traggono beneficio senza eventi impattanti e senza sprecare territorio, bene, altrimenti niente».
La vede diversamente Maurizio Fugatti, sottosegretario leghista alla Salute del governo e candidato presidente per il centrodestra alle provinciali del 22 ottobre. «Se l’uscita di Torino è confermata io dico di andare avanti comunque in due», e per l’eventuale partecipazione economica sostiene: «Bisogna innanzitutto capire cosa faranno il Veneto e la Lombardia, ma se la cosa andrà avanti come penso e si troveranno le disponibilità finanziarie, le possiamo trovare anche noi».
Fugatti è dunque più prudente su una possibile uscita dal progetto dopo l’asse Milano-Cortina e l’impegno economico accollato a regioni e province. «L’investimento economico lo possiamo sostenere anche noi — assicura — magari a fronte di un aumento di eventi sul territorio trentino: per ora sono previste gare (salto e combinata nordica) in val di Fiemme, ma noi avendo diverse strutture sul territorio le possiamo mettere a disposizione con costi minori rispetto a quelli che dovrebbero sostenere altri che non ne possiedono. Di sicuro non possiamo uscire da questo percorso».