Cassa centrale-Federcoop Lunga giornata di tensione
Cassa centrale banca ha deliberato l’uscita dalla Federazione della cooperazione trentina, perché la legge regionale 5 del 2008 prescrive che la revisione degli enti cooperativi, delle Casse rurali e della capogruppo sia affidata alla Provincia e a Federcoop. Mentre Ccb, gruppo nazionale del credito cooperativo in fieri, vorrebbe un revisore non locale. Un terremoto per la sostenibilità di Federcoop e del movimento, innanzitutto, per cui ieri per ore si è cercato di trovare un punto di contatto fra le due sponde di via Segantini. Inutilmente.
All’ora di andare in stampa Federcoop e Cassa centrale stavano ancora discutendo i termini di un comunicato conbancario», giunto, che potesse in qualche modo gettare acqua sul fuoco. Una fase di tensione a Ccb non farebbe bene, specie nei delicati mesi che precedono la chiusura dell’iter per la creazione del gruppo nazionale.
La legge prescrive che la vigilanza di Ccb venga attuata dalla Federazione. L’articolo 48 3-quarter dice: «La revisione legale del bilancio consolidato di un ente capogruppo di un gruppo cooperativo, anche «è effettuata dall’associazione di rappresentanza cui l’ente medesimo aderisce, se la maggioranza del patrimonio netto consolidato è da ricondurre a riserve indivisibili».
Cassa centrale rientra in questa fattispecie, quindi per non essere costretta ad accettare la Vigilanza di Federcoop ha deciso di uscire. A quanto pare ci sono stati parecchi incontri per cercare di risolvere questo problema, dato che sul piatto c’erano alcune possibilità alternative. Oltre alla vigilanza in capo a Federcoop, si poteva organizzare un sistema in cui si affiancavano Federcoop e un’altra società di revisione, o addirittura la Federazione poteva delegare completamente. Ma a quanto pare non si è trovata la quadra.
Molti sostengono che i vertici di Ccb, il direttore generale Mario Sartori e il presidente Giorgio Fracalossi si siano arrabbiati notevolmente a causa dello scarso calore dimostrato dalla presidente di Federcoop Marina Mattarei verso il gruppo di Ccb e della sua partecipazione al convegno dei dissidenti a Firenze giovedì scorso. Al meeting di Articolo2 peraltro c’erano anche presidente della Rurale Novella Alta Anaunia, Costantino Grandi, e il presidente di Cr Vallagarina, Emiliano Trainotti, oltre ad altri esponenti del credito cooperativo trentino, segno che forse per lo peno la curiosità verso un’alternativa è diffusa.
Quindi, Ccb ha scelto: via da Federcoop, interrompendo di fatto la trattativa per cercare un punto di convergenza sulle quote associative del credito in Federcoop, un dettaglio di non poco conto per il bilancio (un paio di milioni potrebbero mancare).
I ben informati, però, sostengono che il cda di Ccb avesse all’ordine del giorno la delibera di uscita prima di sapere della partecipazione di Mattarei a Firenze. E che la presidente ha ricevuto il messaggio con la notizia proprio quando si trovava all’Obihall.
Nel corso della giornata a un certo punto girava voce che Ccb dovesse aprire una gara per l’affidamento della vigilanza a un soggetto internazionale, un fatto che deriverebbe da un ordine superiore alla legge regionale sugli enti cooperativi. Questo fatto, però, avrebbe consentito a Ccb di rimanere in Federcoop, senza problemi.