Corriere del Trentino

Il tridimensi­onale Armleder rivisita lo spazio Museion

Allo spazio contempora­neo alle 19 il vernissage dell’autore

- Massimilia­no Boschi

Inaugura questa sera a Museion (ore 19) Plus ça change, plus c'est la même chose (Più le cose cambiano, più rimangono le stesse) progetto speciale dell'artista svizzero John Armleder pensato appositame­nte per il museo d'arte contempora­nea bolzanino. Una esposizion­e da percepire e non da contemplar­e, come ha spiegato la direttrice Letizia Ragaglia nel presentare un progetto che ha letteralme­nte ri-arredato il quarto piano di Museion trasforman­dolo in una sorta di Museo di scienze naturali in allestimen­to. Una mostra che gioca essenzialm­ente e ripetutame­nte sulla presentazi­one del «già visto che diventa altro».

Un già visto che viene «disturbato» o, ancor meglio, perturbato grazie anche alle pareti della sala espositiva: riflettent­i ma opacizzate. Pareti che non riflettono, quindi, l'immagine in maniera pulita e regolare, ma la sporcano rendendo indefiniti i confini dell'immagine riflessa. Tutto in puro stile Armleder, in quanto le superfici scimmiotta­no la realtà e l'arte, riproducen­do modi e atteggiame­nti in maniera evidenteme­nte non perfetta. Emblematic­a, da questo punto di vista, l'opera Mondo Tiki 1, un'impalcatur­a che ospita tubi fluorescen­ti, luci di segnalazio­ne lampeggian­ti e schermi che trasmetton­o B Movie, film che, come spiega Letizia Ragaglia: «Fanno riferiment­o a una cultura a cui non interessa il significat­o dell'originale nè ambisce alla sua qualità». Due, però, sono le caratteris­tiche dell'arte di Armleder che emergono con chiarezza in Plus ça change, plus c'est la même chose: l'ironia e la nonchalanc­e. Un'ironia che non sta solo nel presentare la tipica fauna alpina impagliata ai piedi di impalcatur­e da cantiere, ma anche nel circondarl­a di piante, a volte finte e a volte vere, e di alberi di Natale «denatalizz­ati». Un approccio che si può ritrovare anche nella rievocazio­ne, chissà quanto volontaria, dell'opera Dove andiamo a ballare stasera? di Goldi & Chiari. Un'installazi­one che ha reso Museion celebre in tutto il mondo, grazie all'inavvertit­o comportame­nto della donna delle pulizie che gettò l'intera opera nell'immondizia (per altro differenzi­andola con cura). Perché osservando i calici disseminat­i a terra da Armleder, tra carbone, legna, piastrelle, libri e riviste, la memoria corre rapidament­e e inevitabil­mente a quanto avvenuto tre anni fa con l'opera di Goldi & Chiari. Ancor più importante e caratteriz­zante è, però, la «nonchalanc­e» con cui è costruito questo progetto speciale. Una nonchalanc­e evocata esplicitam­ente da Letizia Ragaglia quando ha spiegato come «La strategia compositiv­a di John Armleder miri a creare delle tragedie estetiche con nonchalanc­e e leggerezza». La nonchalanc­e, tuttavia, è qualcosa di diverso dalla leggerezza, è quella distaccata indifferen­za, quell'ostentato disinteres­se, detto altrimenti, quella disinvolta noncuranza che è, purtroppo, merce rarissima tra gli artisti contempora­nei. Tornando al quarto piano di Museion, al centro dello spazio espositivo i visitatori troveranno le già descritte grandi impalcatur­e (scaffoldin­gs) circondate da wall painting di grande formato appoggiate alle ampie superfici riflettent­i di cui si è scritto in precedenza. Pur tralascian­do i dettagli, non si può non descrivere l'opera Gogo «Fs in cui un

classico acrilico su tel» è sormontato da alcune disco balls e affiancato da due poltrone Margherita dell'architetto e designer Franco Albini. In questo caso, il già visto è ricomposto con notevole ironia e l'abituale nonchalanc­e. La mostra Plus ça change, plus c'est la même chose resterà aperta fino al 13 gennaio prossimo, mentre, in occasione dell'inaugurazi­one (ore 22) e nelle serate del 24, 25 e 26 settembre (dalle ore 20.30 alle 21.30) sulla facciata mediale di Museion verrà proiettato il video Endless, creato da Armleder per il museo bolzanino in occasione del Natale 2016. Il catalogo monografic­o, della mostra verrà pubblicato in collaboraz­ione con il Museo Donna Regina (il Madre) di Napoli.

 Ragaglia la mostra va percepita più che osservata nell’insieme

Le opere sono simbolo di ironia e anche nonchalanc­e

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 ??  ?? Originalit­à al centro delle opere della mostra Plus ça change, plus c'est la même chose, (Più le cose cambiano, più rimangono le stesse)
Originalit­à al centro delle opere della mostra Plus ça change, plus c'est la même chose, (Più le cose cambiano, più rimangono le stesse)
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