Il tridimensionale Armleder rivisita lo spazio Museion
Allo spazio contemporaneo alle 19 il vernissage dell’autore
Inaugura questa sera a Museion (ore 19) Plus ça change, plus c'est la même chose (Più le cose cambiano, più rimangono le stesse) progetto speciale dell'artista svizzero John Armleder pensato appositamente per il museo d'arte contemporanea bolzanino. Una esposizione da percepire e non da contemplare, come ha spiegato la direttrice Letizia Ragaglia nel presentare un progetto che ha letteralmente ri-arredato il quarto piano di Museion trasformandolo in una sorta di Museo di scienze naturali in allestimento. Una mostra che gioca essenzialmente e ripetutamente sulla presentazione del «già visto che diventa altro».
Un già visto che viene «disturbato» o, ancor meglio, perturbato grazie anche alle pareti della sala espositiva: riflettenti ma opacizzate. Pareti che non riflettono, quindi, l'immagine in maniera pulita e regolare, ma la sporcano rendendo indefiniti i confini dell'immagine riflessa. Tutto in puro stile Armleder, in quanto le superfici scimmiottano la realtà e l'arte, riproducendo modi e atteggiamenti in maniera evidentemente non perfetta. Emblematica, da questo punto di vista, l'opera Mondo Tiki 1, un'impalcatura che ospita tubi fluorescenti, luci di segnalazione lampeggianti e schermi che trasmettono B Movie, film che, come spiega Letizia Ragaglia: «Fanno riferimento a una cultura a cui non interessa il significato dell'originale nè ambisce alla sua qualità». Due, però, sono le caratteristiche dell'arte di Armleder che emergono con chiarezza in Plus ça change, plus c'est la même chose: l'ironia e la nonchalance. Un'ironia che non sta solo nel presentare la tipica fauna alpina impagliata ai piedi di impalcature da cantiere, ma anche nel circondarla di piante, a volte finte e a volte vere, e di alberi di Natale «denatalizzati». Un approccio che si può ritrovare anche nella rievocazione, chissà quanto volontaria, dell'opera Dove andiamo a ballare stasera? di Goldi & Chiari. Un'installazione che ha reso Museion celebre in tutto il mondo, grazie all'inavvertito comportamento della donna delle pulizie che gettò l'intera opera nell'immondizia (per altro differenziandola con cura). Perché osservando i calici disseminati a terra da Armleder, tra carbone, legna, piastrelle, libri e riviste, la memoria corre rapidamente e inevitabilmente a quanto avvenuto tre anni fa con l'opera di Goldi & Chiari. Ancor più importante e caratterizzante è, però, la «nonchalance» con cui è costruito questo progetto speciale. Una nonchalance evocata esplicitamente da Letizia Ragaglia quando ha spiegato come «La strategia compositiva di John Armleder miri a creare delle tragedie estetiche con nonchalance e leggerezza». La nonchalance, tuttavia, è qualcosa di diverso dalla leggerezza, è quella distaccata indifferenza, quell'ostentato disinteresse, detto altrimenti, quella disinvolta noncuranza che è, purtroppo, merce rarissima tra gli artisti contemporanei. Tornando al quarto piano di Museion, al centro dello spazio espositivo i visitatori troveranno le già descritte grandi impalcature (scaffoldings) circondate da wall painting di grande formato appoggiate alle ampie superfici riflettenti di cui si è scritto in precedenza. Pur tralasciando i dettagli, non si può non descrivere l'opera Gogo «Fs in cui un
classico acrilico su tel» è sormontato da alcune disco balls e affiancato da due poltrone Margherita dell'architetto e designer Franco Albini. In questo caso, il già visto è ricomposto con notevole ironia e l'abituale nonchalance. La mostra Plus ça change, plus c'est la même chose resterà aperta fino al 13 gennaio prossimo, mentre, in occasione dell'inaugurazione (ore 22) e nelle serate del 24, 25 e 26 settembre (dalle ore 20.30 alle 21.30) sulla facciata mediale di Museion verrà proiettato il video Endless, creato da Armleder per il museo bolzanino in occasione del Natale 2016. Il catalogo monografico, della mostra verrà pubblicato in collaborazione con il Museo Donna Regina (il Madre) di Napoli.
Ragaglia la mostra va percepita più che osservata nell’insieme
Le opere sono simbolo di ironia e anche nonchalance