Federcoop-Ccb, prove di dialogo
Fracalossi spiega l’uscita di Cassa centrale. Mattarei: troveremo soluzioni condivise
Cassa centrale banca e Federcoop cercano di fare la pace dopo le scintille dei giorni scorsi. In una nota congiunta Fracalossi spiega i motivi della delibera con cui Ccb vuole uscire dalla Federazione, per poter applicare anche al gruppo nascente la certificazione internazionale di cui già gode Ccb. Mattarei comunque non demorde: è possibile individuare soluzioni condivise. E il suo vice Misconel: le Rurali non vogliono uscire da Federcoop.
TRENTO Fra Cassa centrale banca e Federcoop è in atto un tentativo di far pace, dopo le scintille delle ultime ore. Il comunicato congiunto a cui si era lavorato inutilmente fino all’altra sera, ieri invece è arrivato. Da una parte Fracalossi ha la necessità di scegliere un revisore internazionale per la nascente capogruppo Ccb, dall’altra Mattarei ritiene che si potranno trovare «soluzioni condivise». Magari senza l’uscita di Ccb da Federcoop e sicuramente senza che le Casse rurali se ne vadano. Sempre ieri è stato approvato definitivamente il decreto Milleproroghe: Federcasse accoglie senza problemi la controriforma light e spinge perché adesso si proceda speditamente verso la sua «piena e coerente attuazione».
«Cassa centrale banca e Federazione trentina della cooperazione rappresentano assieme al resto del sistema cooperativo locale un pezzo importante della storia economica e sociale del Trentino. È un lungo percorso di sinergia, di condivisione e di lavoro» dice la nota congiunta. «La decisione assunta dal consiglio di amministrazione di Ccb in merito al recesso da socio di Federcoop è stata dettata dal mutato quadro dentro il quale si trova ad operare la costituenda capogruppo».
«L’articolo 48 della legge regionale n.5 del 2008 dispone che “la revisione legale del bilancio consolidato (quindi capogruppo e singole banche affiliate, ndr) di un ente capogruppo di un gruppo cooperativo, anche bancario, è effettuata dall’associazione di rappresentanza cui l’ente medesimo aderisce, se la maggioranza del patrimonio netto è da ricondurre a riserve indivisibili ai sensi dell’art. 2514 del Codice civile riferibili agli enti appartenenti al gruppo».
«L’articolo imporrebbe pertanto che la revisione legale del bilancio consolidato del gruppo bancario cooperativo Ccb venisse effettuata da Federcoop», tramite la Divisione vigilanza. Ma il presidente di Ccb, Giorgio Fracalossi, ricorda: «L’attività di certificazione del bilancio di Cassa centrale banca (che è una spa, ndr) viene da sempre effettuata da primarie società (oggi Kpmg)». Questo blasone internazionale lo si vorrebbe estendere a tutto il gruppo, al cui interno ci sono però le Rurali, le Bcc e le Raiffeisen. Quindi Fracalossi continua: «La partenza del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca (gruppo di dimensioni e rilevanza nazionali, con oltre 90 Bcc-Cr- Raika aderenti, più di 70 miliardi di attivi ed oltre 1500 sportelli) impone la scelta di un certificatore di bilancio che dovrà essere individuato nel novero delle principali società di riferimento nazionali e internazionali. Inoltre — prosegue Fracalossi — le modalità con le quali il Gruppo Cassa Centrale Banca affiderà l’incarico saranno necessariamente improntate alla massima trasparenza ed oggettività, ricorrendo al meccanismo dell’asta competitiva. Confermo quindi la massima fiducia e il pieno apprezzamento dell’attività svolta dalla Divisione Vigilanza della Federazione, che non viene certo messa in discussione in questa sede».
«La Federazione — afferma la sua presidente Marina Mattarei — è convinta che potranno essere individuate soluzioni condivise e conferma la volontà di proseguire nel percorso di collaborazione avviato da tempo con Cassa Centrale Banca sui molti argomenti di interesse comune».
Il vicepresidente Marco Misconel, responsabile del settore credito, non crede assolutamente alla fuga delle Casse rurali da Federcoop. «Le Casse rimangono convintamente all’interno della Federazione, riconoscendo ad essa sia il ruolo istituzionale, sia la qualità dei servizi erogati. Il tema che riguarda la certificazione del bilancio consolidato della Capogruppo non mette pertanto in discussione neppure il prezioso ed autorevole servizio di revisione legale svolto dalla Divisione Vigilanza della Federazione nei confronti delle singole Casse».
Tutto risolto? Si spera. Intanto questa mattina i vertici delle Rurali verranno edotti sul contratto di coesione a Trento, anticipato ieri dal Corriere del Trentino. Un altro nodo spinoso sarebbe anche la volontà di Ccb di gestire da sola il Fondo comune delle Rurali, che vale 115 milioni.