Riviste vendute a cifre esagerate In dieci nei guai
Le telefonate erano frequenti ed effettuate da persone diverse. Tutte, però, con un obiettivo comune: cercare di «piazzare» delle riviste. Ma non a prezzi «normali»: le richieste avrebbero raggiunto cifre esorbitanti, fino a 700-800 euro. I due anziani — una coppia di un paese della Valsugana — a quelle proposte non riuscivano a dire di no, magari confusi da offerte formulate da persone che sapevano bene quali tasti premere per far leva su soggetti forse un po’ fragili. In un mese e mezzo, i due vecchietti sarebbero arrivati a spendere un piccolo patrimonio: circa 6.000 euro, «tramutati» in riviste, tutte acquistate con pagamento in contrassegno. Uno sproposito. Fino a quando una telefonata, con la richiesta di un pagamento pena l’avvio di una causa, li ha messi in allarme. Tanto da convincerli a recarsi in banca per chiedere lumi. Davanti a quella vicenda apparsa subito sospetta, i funzionari hanno consigliato alla coppia di rivolgersi ai carabinieri. Proprio l’azione dei carabinieri della compagnia di Borgo ha permesso di portare alla luce l’intero quadro, che ha puntato il dito su una serie di società specializzate nella vendita di riviste, tutte fuori dai confini provinciali. Dieci gli imputati, di cui sette persone e tre società. E diversi i capi di imputazione: circonvenzione di incapace, tentata circonvenzione, associazione a delinquere e, solo per un caso, tentativo di circonvenzione. I fatti risalgono al 2016 e ieri si è svolta l’udienza preliminare, durante la quale gli imputati — uno dei quali difeso dall’avvocato Matteo Pallanch — sono comparsi davanti al giudice: si è disposto in ogni caso il rinvio all’8 novembre.