Giunta, Bungaro rimane in pole
Il sindaco scioglierà a breve il nodo. Tante incognite in campo. E c’è chi chiede un cambio radicale
Corrado Bungaro di Insieme Trento è il nome a cui pensa il sindaco Andreatta per un rimpasto di giunta.
TRENTO Le sollecitazioni che giungono sono molteplici. Il gioco di incastri piuttosto delicato. Alessandro Andreatta dovrebbe prendere una decisione a breve, ma non una delle più semplici: come sostituire Andrea Robol, dimessosi dalla carica di assessore in seguito alla sua candidatura alle elezioni provinciali? Secondo qualche indiscrezione, la tentazione del primo cittadino sarebbe quella di un «mini-rimpasto», ovvero «pescare» dal gruppo di Insieme Trento Corrado Bungaro e assegnargli un posto in giunta. Senza cambiamenti ulteriori.
In questo modo, contando sui quattro consiglieri fuoriusciti dal Pd ma che hanno finora assicurato l’appoggio esterno alla maggioranza, potrebbe garantirsi un numero di voti comunque sufficiente nel momento in cui si dovessero prendere decisioni magari strategiche in consiglio anche a fronte di qualche assenza. Ma l’interessato e chi gli siede vicino negli scranni di Palazzo Thun accetterebbero? Non è un mistero che il gruppo chieda da tempo un cambio di passo al primo cittadino, un atto di coraggio che comporti un cambio significativo di squadra e di progetto politico. Vanni Scalfi l’ha fatto pubblicamente lo scorso luglio. Un nuovo paradigma in prospettiva anche della tornata elettorale comunale del 2020 che si manifesti attraverso un segnale significativo di rilancio. Rimane da chiedersi se il gruppo consiliare possa assumersi la responsabilità di poter infierire un colpo potenzialmente mortale alla legislatura. Dall’altra parte, la sostituzione «secca» di Robol con Bungaro lascerebbe ancora una volta a bocca asciutta gli esponenti del «gruppo» upitino, attualmente nel misto, Salvatore Panetta e Paolo Castelli. Potrebbe decidere, Andreatta, di «sacrificare» qualcuno del Cantiere civico democratico — il suo vicesindaco Paolo Biasioli o l’assessora esterna Chiara Maule — per ridefinire il cerchio? Qualcuno fa notare che a ottobre andrà in scadenza la delega agli alpini assegnata due anni fa a Massimo Ducati. Il sindaco potrebbe dunque anche giocarsi la «carta» di una nuova delega per calmare altri «appetiti».
Le variabili, insomma, sono più d’una. Per districarsi a Andreatta occorrerebbe una mossa del cavallo. Anche perché qualcuno potrebbe cominciare a fare i conti anche in casa Pd: con il passo indietro di Robol in direzione Piazza Dante, i dem — il gruppo consiliare di gran lunga più numeroso — potrebbe contare dieci esponenti ed esprimere due assessori (senza contare il sindaco). Praticamente come il Patt, che può vantare anche una delega ma quattro consiglieri in totale dentro all’emiciclo di via Belenzani. O il Cantiere civico democratico. E insomma, «contare quanto il due di briscola» potrebbe non piacere molto ai democratici.
I malumori, dunque, potrebbero essere dietro l’angolo con alle porte un «autunno caldo» con ex Italcementi, l’ex Atesina, ma anche il bilancio e la revisione del Prg.