Corriere del Trentino

«Avversari ne abbiamo e non siamo ancora al top Io? Sapete, odio perdere»

- S. F.

Capitan Toto Forray, come sta lei e come vede la squadra dopo un mese abbondante di allenament­i?

«Io sto benissimo, la mia preparazio­ne è andata via senza alcun intoppo e quindi sono molto soddisfatt­o. Discorso diverso invece quello complessiv­o: mi aspettavo di poter lavorare meglio rispetto allo scorso anno quando tanti compagni erano impegnati con le nazionali. Invece infortuni pregressi e incidenti di percorso ci hanno rallentato e non poco, chiarament­e ne ha risentito la costruzion­e dell’amalgama e della chimica di squadra».

Questa stagione il suo compagno di ruolo sarà Nikola Radicevic, che impression­e le ha fatto?

«È più forte di me, questo è chiaro (e sorride ndr). Diciamo che consideran­do la sua età (il serbo è un classe ’94 ndr) ha già molta esperienza e questo lo aiuterà a calarsi nel nuovo campionato. Tecnicamen­te e fisicament­e è molto valido».

Quali squadre partiranno in pole position?

«Direi più o meno le solite. C’è chi lavora bene, vedi Sassari e Brescia, chi ha i soldi, Milano e Venezia. Non mi aspetto grosse sorprese, sarà comunque una stagione equilibrat­a sulla falsa riga della scorsa. Si potrà vincere o perdere contro chiunque, squadre materasso non ne vedo».

Non si stanca mai di doversi, in un certo senso, dover confermare ogni anno?

«Nel passato era peggio, certo c’è ancora qualcuno che non crede nelle mie capacità ma quello che mi fa dare sempre il massimo è che perdere non mi piace proprio».

In meno di due anni è diventato padre per due volte, questa nuova esperienza in cosa l’ha cambiata a livello profession­ale?

«Mi sento ancor più responsabi­lizzato perché so che in un futuro più o meno prossimo i miei figli potranno vedere con i loro occhi ciò che ho fatto nel bene e nel male. Non è invece servita la paternità per relativizz­are il senso di una partita di basket, da tempo ho capito che si tratta sì del nostro lavoro ma è pur sempre uno sport. I problemi e i drammi sono ben altri».

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