Blanga Gubbay alla direzione del Kusten «Voglio un festival che sappia unire»
«Ora è un ruolo di direzione quello che mi viene affidato, nell’ambito di un progetto di direzione condivisa del festival. Si tratta di una rassegna internazionale, che ha legami con istituzioni di tutto il mondo e produce nuovi lavori dei grandi artisti emergenti».
C’ è un misto di gioi aedi emozione nel lavo cedi D ani elBlangaGubbay( nella foto ), appena uscitala notizia della sua nomina alla direzione del K un sten festival de sartsdiBruxell es assieme a Dries Douibi e Sophie Alexandre.
Nato e cresciuto in Italia, Blanga Gubbay è il primo direttore non belga del K un sten festival de sarts,u no dei più importanti festival a livello europeo e mondiale perla creazione performativa, il teatro e la danza contemporanea.
I legami del neodirettore con il Trentino proseguono da oltre cinque anni e passano attraverso Centrale Fies, il centro indipendente di residenza e produzione delle arti performasolo
tive contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio Novecento, vicino a Dro. Qui è infatti co-curatore del progetto Live works, la piattaforma dedicata alle pratiche contemporanee live.
In questi giorni, tra l’altro, Blanga Gubbay si trova proprio a Centrale Fies con i suoi studenti di Belle Arti di Bruxelles, impegnati in una residenza artistica che apre il loro anno accademico. Un appuntamento giunto ormai al terzo anno.
«Mi sono laureato allo Iuav di Venezia nel 2007 su teatro e performance, e ho dapprima seguito un percorso artistico fondando la compagnia di teatro Pathosformel di Fies Factory di Centrale Fies. Nel 2014 - racconta ho deciso di chiudere questa esperienza, ho conseguito un dottorato e intrapreso un percorso accademico a Bruxelles, prima insegnando all’università e poi alla direzione del dipartimento di coreografia e performance presso l’Accademia di Belle Arti».
Inizia al contempo anche la sua collaborazione con il festival K un sten festival de sarts,dov eri veste ilruo lodi« D rama turg»,«unas orta di consulente teorico associato alla programmazione artistica, con l’obiettivo di mettere in luce alcuni dei temi oggi cruciali in certi contesti dell’arte contemporanea – osserva -. In seguito ho affiancato il direttore nell’attività di curatela e di programmazione della rassegna».
Il progetto con cui Blanga Gubbay intende portare il suo punto di vista all’interno del festival« è molto incentrato sull’ accompagnamento degli artisti durante il periodo di creazione, non
dal punto di vista della presentazione ma anche della produzione. Un supporto dunque a tutto tondo, fino alla conclusione del lavoro», specifica.
C’è anche un altro aspetto che sta a cuore al neodirettore, e riguarda la necessità di interrogarsi su quali siano i pubblici di un festival internazionale in una città come Bruxelles, caratterizzata da una popolazione composta di tante comunità, e non solo europee. «C’è una grande comunità del Maghreb e una congolese, ormai estremamente radicate nel territorio - spiega -, al tempo stesso però questo acquisito culturale continua a passare attraverso canali paralleli rispetto a quello che è percepito come il festival della città. È importante che noi intercettiamo e mutiamo questo stato di cose».
Nato vent’anni fa come il primo festival che creava un legame tra la comunità francofona e quella fiamminga, «il punto per noi oggi è guardare a una popolazione della città sempre più diversificata rispetto alle origini e ai riferimenti culturali. L’ obiettivo è che il K un sten festival de sarts riesca a parlare a un pubblico allargato e multietnico, in modo che possa davvero diventare uno strumento di unione delle diverse comunità. Come potrà essere composto il pubblico del futuro? La sfida è proprio in questo sguardo a lungo termine» conclude Blanga Gubbay.
Daniel Blanga Gubbay Il mio progetto si incentra sull’ accompagnamento degli artisti nella creazione. E conto che il K un sten festival de sarts parli a un pubblico allargato e multietnico