Lega e M5s: no a compensazioni
Fugatti e Degasperi: «Rossi ipocrita, chiedeva riduzioni delle tasse». Tonini: grande rischio
Fugatti e Degasperi, divisi sul territorio ma alleati a Roma, respingono le dichiarazioni di Rossi. E dicono: no a compensazioni. Il primo: se diminuisce il gettito fiscale rimangono più soldi in tasca ai cittadini. Tonini: grande rischio.
TRENTO Questioni di prospettiva. Così i candidati del centrodestra e del Movimento 5 Stelle elle elezioni trentine Maurizio Fugatti (in quota Lega) e Filippo Degasperi confutano le parole del presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, che ieri su questo giornale ha denunciato la possibile riduzione di 140-160 milioni di gettito fiscale per il Trentino a causa della manovra economica del governo gialloverde. Problema che si potrebbe presentare anche a Bolzano con una cifra addirittura superiore, come ha ammesso lo stesso presidente della Provincia Arno Kompatscher al Corriere dell’Alto Adige.
A Trento i due candidati Fugatti e Degasperi, divisi sul territorio ma alleati a Roma, respingono le dichiarazioni di Rossi «A parte che bisogna vedere se le cifre sono reali — dice Fugatti — Ma se diminuisce il gettito fiscale significa che rimangono più soldi in tasca ai cittadini trentini. Non capisco quindi la preoccupazione di Rossi. Se andrò a governare non mi sentirete mai piangere perché ho meno risorse a causa della riduzione delle tasse, mi preoccuperò se dovesse accadere per la decrescita del Pil. La manovra dà più soldi in tasca ai trentini, che si tradurranno in investimenti di cui beneficerà anche il territorio».
Degasperi condivide:«Rossi per anni ha promesso la riduzione della tasse e ora che la facciamo noi si lamenta perché la Provincia ha meno risorse? Questo dimostra la sua incoerenza e che le sue promesse erano solo parole. E poi capiamoci bene, la Provincia dice che avrà meno soldi, ma non è vero perché rispetto alle previsioni di spesa a essa saranno destinati 220 milioni in più, ragione in più per essere contenti che quei 140 milioni di cui si parla vadano nelle tasche dei cittadini. Soldi che però la Provincia recupererà indirettamente nel medio-lungo periodo, quando la bilancia si riequilibrerà grazie agli investimenti dei cittadini».
Fugatti e Degasperi tornano a dividersi invece nel commentare le parole degli industriali e in generale delle categorie economiche trentine che hanno criticato la manovra definendola «assistenzialista e che non produce crescita», con particolare riferimento al reddito e alla pensione di cittadinanza (in Trentino sono 6500 che già beneficiano del reddito di garanzia della Provincia, mentre sono 16 mila i pensionati sotto i 700 euro mensili). Se Fugatti da un lato incassa con soddisfazione l’endorsement pro-Lega di ieri del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia («mi fanno piacere le sue parole, ma non le vedo come una critica velata ai Cinque Stelle»), dall’altro rassicura le imprese: «Nella manovra c’è la flat tax e per artigiani e liberi professionisti la riduzione dell’aliquota al 15% con l’innalzamento degli imponibili su cui essa viene calcolata.
E abbiamo abbassato sempre al 15% e per tutte le aziende la tassazione sugli utili reinvestiti. Come si vede la manovra guarda alla crescita. Poi del reddito di cittadinanza non siamo innamorati nemmeno noi, piace ai nostri partner di governo ma noi della Lega abbiamo saputo incanalarla in una prospettiva di inserimento al lavoro». Degasperi attacca frontalmente il mondo industriale: «Non ho mai sentito Confindustria Trento lamentarsi e parlare di assistenzialismo quando qui è stato fatto il reddito di garanzia o assegno unico. E ora accusano noi quando il nostro reddito di cittadinanza ha vincoli molto più stringenti sul mantenimento del sussidio rispetto al reddito di garanzia provinciale? Confindustria Trento è ipocrita». Ma il candidato pentastellato ne ha anche per gli industriali nazionali e con Boccia in particolare: «È libero di appoggiare la Lega, ma ricordo che la Lega quando governava con l’allora Pdl, nel 2011, ci ha lasciato lo spread a 9ltre 500 e 30 miliardi di buco. Se a Boccia piace la Lega è libero di farlo. Per fortuna che al governo ci siamo noi dei Cinque Stelle, che sappiamo garantire equamente sia le fasce più deboli che le imprese. Siamo i disturbatori del sistema ed è chiaro che c’è un accerchiamento sui di noi, ma ci affidiamo agli elettori».
In Alto Adige Rita Mattei, consigliere comunale a Merano e numero due della Lega per le provinciali, frena sui timori di Bolzano di perdere gettito fiscale: «Siamo in un momento di campagna elettorale intensa ed è un tema molto delicato, prima bisogna capire quale realmente potrà essere l’eventuale ammanco e poi ragionare». Mattei è meno prudente sulla questione del reddito di cittadinanza: «Non è una proposta della Lega, lo sappiamo tutti, ma è ovvio che quando uno fa una coalizione è così. Oggi tra l’altro esiste già, realizzata dal governo Renzi, ma era stato fatto in maniera più leggera. Il Movimento Cinque stelle lo chiama reddito di cittadinanza ma non cambia il succo della questione. Certo la cosa migliore sarebbe quella di poter dare lavoro a tutti anziché sostegni di questo tipo».
La pensa diversamente Maria Teresa Fortini dei Cinquestelle in Alto Adige, che difende a spada la manovra, definendola subito «coraggiosa e vicina ai cittadini che ne hanno bisogno, una manovra di sinistra, fatta invece dal Movimento Cinque Stelle e ne sono entusiasta. Confindustria? Sbaglia valutazioni, il reddito e la pensione di cittadinanza sono misure eque per chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, per quei pensionati che hanno il minimo a fine mese e che fanno la fame». E poi c’è la possibilità di trovare il lavoro, ricorda. «Attraverso i centri per l’impiego. Il reddito di cittadinanza viene concesso ma con precisi controlli e vincoli seri».
Fugatti
Se andrò a governare non piangerò mai perché ho meno risorse per la riduzione delle tasse, mi preoccuperò se dovesse decrescere il Pil
Degasperi L’endorsement pro-Lega di Boccia? Libero di scegliere, ma la Lega nel 2011 lasciò lo spread a più 500 e un buco di oltre 30 miliardi