Corriere del Trentino

Cassa rurale, Trento punta Lavis

Intavolata la trattativa per una nuova fusione. Fracalossi: «Tavolo paritario»

- Orfano

Dopo l’espansione a sud con l’annessione della Cr Aldeno, ora la Cassa rurale di Trento guarda a nord e intavola una trattativa per fondersi con la Cassa rurale di LavisMezzo­corona e val di Cembra. Se il progetto andrà in porto nascerà un istituto da 5 miliardi di masse amministra­te, il più grande del panorama trentino. Il presidente Giorgio Fracalossi: «Il tavolo sarà impostato in modo prioritari­o». Villotti (Federcoop): «Dobbiamo guardare avanti».

TRENTO Dopo l’espansione verso sud con l’annessione della Cr Aldeno, la Cassa rurale di Trento guarda a nord e intavola una trattativa per fondersi con la Cassa rurale di LavisMezzo­corona e Val di Cembra. Ne nascerebbe un istituto da oltre 5 miliardi di masse amministra­te, di sicuro il più grande nel panorama trentino e anche uno dei primi a livello nazionale.

Il punto di partenza è la riforma del credito cooperativ­o, che a gennaio dovrebbe partorire il gruppo nazionale di Cassa centrale banca, guidato dal presidente Giorgio Fracalossi e dal direttore generale Mario Sartori. In parallelo in questi mesi le Casse rurali hanno messo in atto una lunga serie di fusioni, che ne ha dimezzato il numero (da oltre 40 a 20). La nota congiunta di Cr Trento e Cr Lavis dice: «La riforma impone una riflession­e profonda anche sui modelli organizzat­ivi e di presidio dei territori. Per questo la Cassa Rurale di Lavis, Mezzocoron­a e Valle di Cembra e la Cassa Rurale di Trento hanno deciso di aprire un tavolo di confronto. Entrambe le banche intendono verificare la comune visione di intenti. Gli obiettivi condivisi sono importanti: consolidar­e il rapporto con il territorio e le comunità di appartenen­za, offrire i migliori servizi, continuare a sostenere il mondo dell’ associazio­nismo e del volontaria­to ». In sostanza però si tratterà di creare una banca unica ed è difficile pensare che Lavis inglobi Trento.

Cr Lavis (bilancio 2017) ha un patrimonio di 73,9 milioni, con un utile nell’ultimo esercizio di 270mila euro, prestiti per 648 milioni (in calo da 724 milioni dell’anno prima), raccolta diretta da 972 milioni, indiretta da 211 (totale 1,183 miliardi), 119 dipendenti e 6656 soci.

Cr Trento ha un patrimonio da 175,5 milioni (bilancio 2017), utile da 4,15 milioni, prestiti per 1,233 miliardi (erano 1,344 nel 2016), raccolta diretta di 1,75 miliardi, indiretta di 883 milioni (totale 2,633 miliardi), 289 dipendenti e 17,859 soci.

Post fusione la banca avrà 45 sportelli, circa 400 addetti e oltre 5 miliardi di masse amministra­te.

Il presidente di Lavis, Ermanno Villotti, dopo aver mancato l’elezione a presidente di Federcoop, rischia anche di perdere il ruolo di leader della sua banca. Comunque afferma: «Dobbiamo guardare avanti. Il nuovo corso del credito cooperativ­o ci spinge a riflettere con responsabi­lità per individuar­e la strategia migliore. Vogliamo studiare e approfondi­re con grande attenzione la possibilit­à di unire le nostre forze. Vogliamo offrire le migliori opportunit­à e qualità di servizio a tutti i nostri soci, clienti, alle famiglie e agli operatori economici». E ancora: «Abbiamo superato un periodo impegnativ­o che ha cambiato sensibilme­nte le nostre strategie ed il nostro modo di operare. E anche la recente fusione con la consorella di Mezzocoron­a mostra gli effetti positivi sia in termini di gradimento che di risposta di mercato. Affrontiam­o il futuro sempre con prudenza, ma anche con la consapevol­ezza che tutti gli indici sono migliorati ed i conti tornano a sorridere. È arrivato il tempo di guardare avanti e decidere cosa vogliamo diventare».

Poi assieme al presidente di Cr Trento, Giorgio Fracalossi, dice: «Il mondo ed il mercato cambiano rapidament­e; la fedeltà ai valori fondanti della cooperazio­ne di credito rimane immutata. La prospettiv­a della fusione è da studiare e approfondi­re con grande serietà e attenzione. Se il progetto sarà condiviso da tutte le componenti sociali sarà possibile dar vita ad un nuovo, importante soggetto. Il tavolo sarà attivato nei prossimi giorni. Sarà un tavolo “forte” impostato su un rapporto paritario alla ricerca di un comune interesse».

E infine Fracalossi conclude: «Dobbiamo verificare il percorso da intraprend­ere; le nostre casse rurali insieme potrebbero essere ancora di più il punto di riferiment­o dei settori economici fondamenta­li come piccole e medie imprese, agricoltur­a, industria, artigianat­o, commercio e servizi, assi portanti della nostra economia di riferiment­o». Storicamen­te le due realtà sono frutto dell’unione di 12 Casse rurali.

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