Kaswalder: «Alla montagna diamo più guardie mediche»
TRENTO Autonomia, più guardie mediche nei presidi di periferia e salvaguardia dell’agricoltura di valle. Sono solo alcuni degli obiettivi del programma elettorale della lista Autonomisti Popolari. La lista di Walter Kaswalder che ieri, alla Roccaforte Trentina, ha presentato la squadra che correrà per le Provinciali del 21 ottobre.
Trentasette nomi, tre in più del minimo previsto, sottolinea il capolista nel suo discorso di presentazione, aggiungendo che la sua è l’unica vera lista che rappresenta l’autonomia del territorio. E lo fa in uno schieramento che ha deciso di appoggiare, con altri otto soggetti politici, il candidato del centro destra, Maurizio Fugatti che ha voluto ringraziare la compagine politica di Kaswalder partecipando di persona all’incontro.
«Il mio impegno politico dura da 30 anni ma non vivo di politica e anche per questo noi siamo gli unici in questo panorama elettorale che rappresentano la vera autonomia del territorio» afferma il capolista, mandando un messaggio, senza troppi veli, ai suoi ex. Con Fugatti al suo fianco, Kaswalder oltre a presentare i nomi della sua lista, cerca anche di spazzare via ogni dubbio sulla sua indipendenza d’azione: «Con Salvini ho firmato un patto — precisa — ma la nostra autonomia è garantita». Sottolinea poi l’importanza di tornare a credere nel valore della Regione. «È l’istituzione che salvaguardia la nostra autonomia — precisa ancora Kaswalder — perché quella vera lascia i servizi nelle zone periferiche».
Fa così un lungo elenco di quello che la nuova amministrazione provinciale dovrà fare per dimostrare, appunto, che si crede ancora nell’autonomia. «L’autostrada del Brennero conta come maggior azionista la Regione — rimarca e da funzionario di banca, e dunque da esperto del settore, aggiunge —: per le banche ritengo che la questione delle Casse rurali sia stata un’occasione persa».
Nel discorso di presentazione dei nomi di Autonomisti popolari c’è poi l’attenzione alla rete territoriale dei servizi sanitari. «Questa amministrazione uscente ha sbagliato a togliere le guardie mediche — sottolinea — per poi rischiare di chiudere i servizi di valle». Un punto sul quale gli fa da eco lo stesso Fugatti: «Non ci può essere un Santa Chiara dappertutto, siamo consapevoli, ma i servizi, come i presidi sanitari e le scuole di montagna lasciamole alle comunità che le vogliono».