Estate lunga: boom nei rifugi, bene gli hotel
BOLZANO Il protrarsi della stagione calda sta continuando a graziare il territorio. A beneficiarne sono soprattutto gli addetti al settore turistico che quest’anno devono proprio ringraziare le condizioni meteo più che favorevoli per l’ottimo trend di presenze registrato, con le località montane prese d’assalto da escursionisti e appassionati delle vacanze al fresco. La conferma arriva dal Cai (Club alpino italiano), dall’altoatesina Avs (Alpenverein Südtirol) e da Hgv (la Federalberghi dell’Alto Adige). «La stagione quest’anno è andata molto bene per i nostri “rifugisti” — commenta Riccardo Cristofoletti, presidente del Cai locale —. Non saprei quantificare, né in termini di passaggi né di pernottamenti, ma siamo su un buon 10-15% in più rispetto al 2017». Parlare di numeri è un tabù inviolabile per un motivo intuibile: «Ho fatto il giro dei rifugi e ho chiesto ai gestori. Quando dicono “bene” vuol dire che l’aumento di turisti è stato sensibile».
Il collega Simeoni, numero uno di Avs, conferma: «La stagione è andata benissimo per tutti e 11 i nostri gestori associati. Per alcuni è ancora aperta, ma i rifugi sopra i 2.700 metri iniziano a chiudere per il freddo. In qualsiasi momento potrebbe nevicare e da un giorno all’altro sarebbero costretti a chiudere. La stagione standard va da giugno a settembre: il resto è un regalo. Se il tempo regge non escludo che restino aperti tutto ottobre». «Oggi abbiamo 25-26 gradi e siamo ben oltre la metà di settembre — prosegue Cristofoletti —. Il riscaldamento globale ha portato un paio di gradi fissi in più negli ultimi anni e se la gente arriva ha senso tenere aperti e pagare il personale a fronte di un servizio che rende».
Il presidente degli albergatori altoatesini aderenti ad Hgv, invece, in attesa dei dati trasmette un ottimismo più prudente. «Bisogna ancora tirare le somme e fare i conti, ma di certo non c’è stata la pressione che abbiamo avuto in altri anni, come nel 2017. Comunque non possiamo lamentarci», chiarisce Manfred Pinzger. «Grecia, Turchia e Africa del nord avevano sofferto del timore collettivo di attentati — aggiunge il presidente —. Ora che la gente ha ricominciato a volare, non siamo più in cima ai desideri dei turisti».
Pinzger (Hgv) «Risultati buoni, anche se non come nel 2017 quando c’era il terrore di volare all’estero»