Rimanere prigionieri
Oppure rendersi protagonisti di una visione aperta di sviluppo, capace di creare massa critica, pensando che oggi se si vuole essere determinanti e ascoltati, non semplicemente sopportati, ci si deve alleare. Ciò che è accaduto, ad esempio, l’altro giorno nell’ambito della concessione per l’A22, con un tavolo negoziale che ha visto da una parte il ministro Toninelli e dall’altra Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, indica la strada da intraprendere. Altre scorciatoie non sono ammesse o meglio, sono destinate a condurre nel baratro.
Ma il procuratore Pozzato ha fatto anche un’altra sottolineatura: «Le vicende che hanno originato cause risarcitorie — ha detto — sono legate anche ad amministratori onesti che hanno adottato soluzioni semplificate sbagliate». Davanti alla giungla burocratica torna in auge l’arte dell’arrangiarsi, di trovare soluzioni al di fuori delle regole. A prescindere dalla buona fede, siamo in presenza di una palese violazione che non è possibile tollerare e che nei fatti alimenta sull’esterno quel sentimento rancoroso nei confronti di un’Autonomia che in barba alle leggi tutto può.
Il presidente del Consorzio dei Comuni, Paride Gianmoena, ha indicato una via per uscire dal tunnel: accelerare su fusioni o gestioni associate tra municipi. Una prospettiva allo stato attuale condivisibile (peraltro già in atto da qualche anno) che consente di produrre risparmi ma soprattutto di muoversi con maggiore tranquillità tra norme e regolamenti. Se il motto «piccolo è bello» non esiste più per il Trentino, inteso come territorio, a maggior ragione deve valere per i Comuni. Il campanilismo,
Il rischio
Evitiamo le deviazioni che annacquano il sentiment intorno all’autonomia
che non significa identità culturale ma semplicemente bulimia di servizi: voglio tutto altrimenti non esisto, non ha più motivo d’essere. Il cambiamento ha già imposto le sue regole, adeguarsi vuol dire sopravvivere ma pure rafforzare il legame con i cittadini attraverso servizi qualitativamente elevati evitando nel contempo quelle «deviazioni di risorse pubbliche» che contribuiscono ad annacquare il sentiment attorno all’autonomia. Anche questa è una bella sfida per la classe politica.