Lavori socialmente utili, cresce il salario
L’accordo: 116 euro in più per 2150 persone. Precari Progettone, deroga possibile
Ai 2150 lavoratori di «Intervento 19» da questo mese verrà corrisposto in busta paga un aumento di 116 euro. È il punto più importante dell’accordo siglato ieri fra Provincia, Federcoop e sindacati. Inoltre viene garantita l’iscrizione a Sanifonds e una migliore copertura delle ferie. Intanto si sta affrontando anche il nodo dei 350 precari del Progettone che rischiano di essere espulsi a causa del decreto dignità: possibile una deroga, ma i sindacati sono cauti.
TRENTO Per gli oltre 2000 lavoratori socialmente utili di Intervento 19 è stato siglato un nuovo contratto, che mette in busta paga 116 euro al mese in più. Intanto si fanno passi in avanti nella partita dei lavoratori del Progettone, una parte dei quali, dopo il decreto Dignità, rischia di essere messa ai margini. «C’è la possibilità di derogare attraverso la contrattazione collettiva» fa sapere la direttrice di Agenzia del Lavoro Antonella Chiusole. Ma i sindacati promettono battaglia: «Noi aspettiamo l’insediarsi della prossima giunta provinciale: se farà parte della compagine che a livello nazionale ha attuato il decreto, in coerenza con l’idea di fondo potrebbe risolvere il problema assumendo tutti questi lavoratori precari» afferma Maurizio Zabbeni della Flai Cgil.
I lavoratori di Intervento 19 sono persone disoccupate con particolari difficoltà (ad esempio invalidi civili o persone seguite dai servizi sociosanitari della Provincia). Nel 2017 gli assunti sono stati in tutto 2146.
Grazie all’intesa, a partire da ottobre 2018 a tutti i lavoratori viene erogata in busta paga un indennità di mensa del valore di 5,29 euro per ogni giorno di effettiva presenza al lavoro. In
alternativa il lavoratore può esercitare la scelta di fruire di un buono pasto, dello stesso importo. Inoltre saranno iscritti al trattamento sanitario integrativo — Sanifonds — , a carico interamente del datore di lavoro, tutti i dipendenti che, a partire dal primo gennaio 2018, abbiano avuto o maturino nell’anno una durata
del rapporto di lavoro di almeno tre mesi consecutivi. Infine le ferie: ai lavoratori assunti per una durata pari o superiore a 12 mesi, spettano 22 giornate lavorative retribuite di ferie (26 giorni se la prestazione lavorativa è di 6 giorni alla settimana) conteggiate su base annua, proporzionalmente ai mesi lavorati durante
l’anno. Per assicurare a tali lavoratori un periodo annuo minimo e continuativo di godimento delle ferie individuali, sarà fissato dalla coop un calendario di massima delle ferie.
Sul fronte del Progettone, l’assessore Alessandro Olivi aveva spiegato che 350 persone su 1700, la fetta di lavoratori a tempo determinato, era a rischio a causa del decreto Dignità, che pone un tetto massimo a 24 mesi. Un provvedimento che ottiene l’effetto contrario a quello cercato — la stabilizzazione — nel caso di un sistema come il Progettone che serve ad aiutare chi non ha un lavoro. La Provincia sta cercando una soluzione e nell’accordo di ieri, oltre alla parte economica, è presente un espresso richiamo ad un accordo integrativo («di prossimità») comune al Progettone sulle altre questioni, come quella legata al decreto. Ci sarebbe dunque la possibilità di una deroga, che proteggerebbe i 350 addetti del Progettone a rischio. A patto però di trovare un accordo con i sindacati. Ma in questo senso si potrebbe aprire un partita complicata, nel caso la prossima giunta provinciale fosse dello stesso colore del governo nazionale. «Se la Provincia assumesse tutti i tempi determinati del Progettone non ci sarebbe bisogno di alcun accordo» ragiona Zabbeni.
Per quanto riguarda l’Intervento 19, in cui lavorano persone anche in questo caso a tempo determinato, è già presente una deroga.