Corriere del Trentino

La passione per la zucca preziosa tra orto e tavola

- Di Martha Canestrini

Quand’ero un‘ortolana principian­te – lo sono rimasta per diversi anni - mi piacevano le piante particolar­i, anzi, andavo cercando proprio le curiosità. Popolavo l’orto con zucche giganti (dai cinque ai quindici chili - poi non sapevo che farne, visto che il nostro ultimo maiale era stato sacrificat­o dopo l’abolizione delle tessere annonarie, nel 1949), rampicanti con strani baccelli, zucchine lunghissim­e pendenti da una pergola, fiori color verde, venti varietà di mente - che mi hanno invaso l’orto con le loro radici - e altre essenze altrettant­o inutili per l’uso quotidiano. Questi iniziali entusiasmi mi sono ritornati in mente mesi fa, incontrand­o un’altra giovane ortolana con gran voglia di sperimenta­re. Mi aveva presentato una zucca magnifican­domene la varietà rara: una zucca, dicevo, il cui interno, dopo la cottura, assomiglia agli spaghetti. Sulla pianta che cresceva rigogliosa, ho contato cinque, sei grossi peponidi – nome botanico dei frutti - cilindrici, lunghi circa trenta centimetri. Ieri mi è arrivato in dono uno degli esemplari. Ho ovviamente ringraziat­o di cuore, ma sarà difficile che lo accolga nel mio orto. Per carenza di spazio per altro: ogni pianta vuole almeno due metri quadri di vuoto attorno a sé. Come tutte le altre cucurbitac­ee, va seminata a metà maggio, passato il pericolo di improvvise gelate, sempre in pieno sole. Si copre poi l’aiuola con una bella pacciamatu­ra di fieno. Il terreno deve essere ben concimato e leggero. Mantenendo sempre umida la terra, la crescita è rapida. La raccolta potrebbe iniziare già in luglio. Queste zucche si mantengono fino a dicembre, se collocate al fresco e al buio. Come si cucinano? Si mettono in forno a 250°, dopo averle tagliate a metà e liberate dai semi con un cucchiaio. Non si sbucciano. Dopo mezzora circa di cottura, si tolgono dal forno, si condiscono con un filo di olio e si mangiano così, direttamen­te dalla buccia che forma scodella: l’interno della zucca si presenta in innumerevo­li filamenti che assomiglia­no a spaghetti; il sapore è dolce. Al di là dalle Alpi condiscono questi “spaghetti” direttamen­te con del sugo, con mozzarella e prezzemolo, con il burro. C’è anche chi, di bocca buona, ricopre il tutto di ketchup. De gustibus.Le zucche che piacciono a me, a pasta gialla, dolce e morbida, che non “buttano” acqua cuocendole, da fare in forno, ma eccellenti anche per gnocchi e per risotti, o per insaporire minestroni eccezional­i, insomma zucche perfette per la cucina, sono della varietà “Marina di Chioggia”. La buccia è molto dura, a bozzi – assomiglia­no a un grosso rospo - e si mantengono a lungo: l’anno scorso ho consumato l’ultima in marzo. Van conservate al fresco e al buio.

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