Decreto Salvini, ancora censure «Rende difficile la cittadinanza»
La Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm), a cui è affiliato il Gruppo Immigrazione e Salute di Trento, ha redatto un documento critico sulla decreto sicurezza varato dal governo. Il Simm raggruppa medici volontari che si occupano di medicina delle migrazioni, facendo advocacy e garantendo servizi sui territori. Cinque sono le censure avanzate sul decreto Salvini. La prima contesta l’articolazione in tre parti del provvedimento dove vengono messi «sullo stesso piano la migrazione ela criminalità organizzata», un accostamento giudicato «molto pesante dal punto di vista della comunicazione e del vissuto sulla popolazione generale».
La seconda questione investe l’abolizione della protezione umanitaria e la sua sostituzione con permessi di soggiorno per casi speciali. Il Simm rileva come «il diritto a ricevere protezione è da ricollegare alla storia personale del singolo richiedente asilo come indica l’articolo 10 della Costituzione italiana». Il terzo punto è il ridimensionamento dello Sprar («Che ha garantito in questi anni percorsi virtuosi») e il rischio che molti migranti siano indirizzati a centri di accoglienza gestiti da privati «che non offrono servizi adeguati e sono caratterizzati da gestioni poco trasparenti». Quindi viene criticato il raddoppio del tempo massimo di trattenimento nei Centri di permanenza per il rimpatrio, mentre l’ultimo punto — finora rimasto in ombra nel dibattito pubblico — investe le complicazioni inserite per mantenere o ottenere la cittadinanza italiana il cui iter è prolungato a quattro anni.