La medaglia olimpica? Un anello di fidanzamento
Il biatleta fa fondere una parte della medaglia di Pyeongchang: fidanzati ufficiali
Da medaglia olimpica ad anello di fidanzamento. La scelta originale è stata del biatleta Dominik Windisch che ha fatto limare la medaglia per Julia.
BOLZANO Se un diamante è «per» sempre (compatibilmente con le quotazioni sui mercati) un bronzo olimpico è pure «da» sempre, visto l’appeal dei Cinque Cerchi, che si perde nella notte dei tempi.
La scelta del biatleta Dominik Windisch è originale: limare una parte della medaglia vinta nella sprint di Pyeongchang 2018 per farne l’anello di fidanzamento che suggella la sua unione con l’amata Julia. Quasi tutto l’anello: «Il bronzo ricavato dalla medaglia è distribuito nella parte interna — spiega il ventinovenne di Rasun-Anterselva con la stessa precisione con cui tira dai poligoni innevati — il resto è oro bianco. Oro come lei», sorride.
Tutto merito del lavoro della famiglia Gamper del famoso orafo Tiroler Goldschmied di Tirolo e Scena nei pressi di Merano: «Sono stati bravissimi, è veramente un bell’anello. Julia è rimasta... senza parole».
Un rapporto già ampiamente consolidato, quello con Julia Pörnbacher, studentessa di Veterinaria originaria di Valdaora, da parte di Dominik: «Quando mi è venuto in mente di fare l’anello con la “polvere” ricavata da una medaglia? Sia prima che dopo la gara — confida l’azzurro — lei non era presente, ma la vicinanza la sentivo eccome».
In febbraio Windisch a Pyeongchang è stato assoluto protagonista. A 10 anni dal suo debutto in azzurro in quei Giochi coreani ha «inanellato» risultati prestigiosi: terzo nella sprint, sedicesimo nell’inseguimento, cinquantesimo nell’individuale, diciassettesimo nella partenza in linea, dodicesimo nella staffetta e — ciliegina sulla torta (nuziale forse intorno ad Anterselva 2020 ma potrebbe essere anche prima) — terzo nella staffetta mista.
Entusiaste dell’idea dell’anello tutte le persone vicine a Windisch, compresi i 9.000 fan di Facebook, social su cui Dominik ha postato il video di lui nel laboratorio orafo, davanti alla limatura della medaglia, alla fusione della «polvere» e al confezionamento della lamina bronzea.
Un video simpatico con l’epilogo della consegna «brevi manu» dell’anello alla fidanzata, sottolineato dalla frase in inglese: «An unique ring for an unique woman».
Missione compiuta, prima di concentrarsi al meglio sulle prossima gare. Nel mirino la stagione di coppa del mondo Ibu e i campionati mondiali biathlon in Svezia.
Sorge spontanea una domanda: «Se arrivano altre medaglie? «Scattano gli orecchini, minimo», scherza Windisch, che anche per la sua fantasia è stimatissimo dagli appassionati.
Il biathlon certo non è proprio uno sport popolarissimo, lontano dai territori montani come l’Alto Adige. Ma anche storie come quella dell’anello possono rendere più popolare una disciplina basata sul sacrificio e la determinazione per tutto l’arco dell’anno: «Speriamo», ammette laconicamente Windisch, che quando ha vinto il bronzo in Corea aveva detto: «Ho cominciato a praticare il biathlon che non avevo neanche 10 anni — in tutta la vita ho avuto più sconfitte che vittorie ma questa medaglia mi ripaga». Storie da Cinque cerchi, cinque anelli... anzi uno.