Corriere del Trentino

«La legge parla chiaro E oggi serve un argine contro le parole dell’odio»

De Bertolini: l’applicazio­ne della norma non è arbitraria

- di Francesco Barana

TRENTO Andrea de Bertolini, presidente dell’Ordine degli Avvocati, non entra nel merito della vicenda di Cornelio Coser accusato di stalker aggravato dall’odio razziale ai danni di Agitu Ideo Gudeta: «C’è un procedimen­to in corso, il giudice avrà avuto le sue motivazion­i per applicare la legge Mancino nell’ordinanza di custodia cautelare. Ora ci sarà un processo e vedremo gli sviluppi».

La sua è una riflession­e più generale: «Partiamo dall’articolo 21 della Costituzio­ne secondo cui tutti hanno il diritto di manifestar­e liberament­e il proprio pensiero. Un principio sacrosanto, ma a cui la stessa Carta, le altre fonti del diritto e una giurisprud­enza ormai universalm­ente riconosciu­ta hanno posto dei limiti».

Tra questi la legge Mancino.

«Strumento legislativ­o che l’ordinament­o italiano offre per la repression­e dei crimini legati a discrimina­zione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La norma agisce contro i crimini d’odio, pone l’aggravante sulle motivazion­i ideologich­e dell’agire. Un quadro chiaro, come è chiara la sua applicazio­ne».

Chi ne chiede l’abolizione o la rivisitazi­one contesta proprio la possibile soggettivi­tà nell’applicazio­ne...

« L’applicazio­ne della Mancino oggi dal punto di vista giuridico non è complicata. Intendo dire che la distanza tra ciò che è discrimina­zione e ciò che non lo è è delineata, non ha un carattere soggettivo, liquido o arbitrario. Lo sconfiname­nto di un comportame­nto illecito nella discrimina­zione o nel razzismo è chiaro. Nella giurisprud­enza c’è condivisio­ne rispetto ai termini di cos’è o non è discrimina­zione».

Tornando ad Agitu. A fatti del genere può contribuir­e indirettam­ente un certo clima politico?

Non entro nel caso e men che meno in questioni politiche. Preferisco spostare il ragionamen­to sul terreno della comunicazi­one: oggi tra chi veicola opinioni sui media e sui social c’è una forte presenza del linguaggio dell’odio, un linguaggio sempre più estremo e radicalizz­ato che poi si riverbera nella società, producendo forte tensioni e divisioni e alimentand­o logiche di scontro. Leggetevi l’indagine dell’Università di Warwic che ha trovato un nesso tra le tirate d’odio contro gli immigrati in una pagina facebook e le aggression­i contro i centri d’accoglienz­a in Germania».

Secondo lei come nasce questo nesso?

«Oggi c’è un elemento riscontrab­ile nella logica della comunicazi­one politica: la volontà di accentuare le divisioni anziché analizzare i contenuti. Questo distoglie l’opinione pubblica dall’urgenza dei problemi e sviluppa un continuo scontro tra le parti. E la leva da cui nasce tutto è sempre la solita».

Quale?

«L’individuaz­ione di un nemico, a cui poi additare qualsiasi colpa e contro il quale chiedere risposte drastiche. Questo clima di scontro tra l’altro è la morte della dialettica politica».

In questo contesto la legge Mancino a cosa serve?

La Mancino aiuta a dissuadere dal linguaggio dell’odio e a far rispettare il principio di uguaglianz­a sancito dalla Costituzio­ne, secondo cui i cittadini sono uguali senza distinzion­e di razza».

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Etiope In alto /Agitu Ideo Guideta è l’allevatric­e presa di mira dal vicino di casa in val dei Mocheni. L’uomo è stato arrestato

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