Fierro: critiche scorrette non sono stato capito
Stanislao Fierro, architetto progettista che ha ideato il rifacimento di piazza Magnago a Bolzano, replica alle critiche ricevute. «Alcune osservazioni sono arrivate da colleghi, sui quali non mi pronuncio. Non trovo sia deontologicamente corretto commentare l’operato di un altro architetto».
Quelli che sono stati definiti “dolmen” dovrebbero rappresentare, attraverso i marmi di tre diverse provenienze tra le cave altoatesine, la presenza dei tre gruppi etnici qui conviventi
«I tre elementi non hanno nulla a che fare con i gruppi etnici e linguistici dell’Alto Adige. Il concetto che vogliono rappresentare è quello delle tre ere geologiche del Sud Tirol. Sono infatti tre pietre che provengono da tre cave diverse di tre diverse aree geografiche. Questo è chiarito anche dalle incisioni che sono presenti sulla superficie di ognuno degli elementi. Anche il posizionamento nella piazza segue lo stesso principio. Il serpentino è stato posto a est, il marmo a nord, il porfido a sud, per indicare i luoghi e le cave di provenienza».
Per questo dunque i tre elementi non si “incontrano”?
«Non solo, ma in origine non dovevano nemmeno essere degli elementi di pietra. Il progetto prevedeva tre elementi in metallo che dovevano raccontare e rendere omaggio alla figura di Magnago. È stato poi l’Ufficio Geologia della Provincia a sostituire gli elementi in acciaio con gli elementi in pietra, ed è stato lo stesso ufficio a seguire le fasi di scelta dei materiali direttamente in cava. Quindi i tre gruppi linguistici non si incontrano perché non erano originariamente pensati con quel significato.
E per quanto riguarda il commento che li ha definiti «tre bare»?
«Si tratta di un giudizio estetico che ovviamente non condivido. Ho addirittura sentito dire che i tre materiali dovrebbero rappresentare i tre colori della bandiera italiana: bianco, rosso e verde. Di nuovo, non c’è nulla di più scorretto»
I tre elementi sono simboli delle tre ere geologiche del Sud Tirol. Vengono da cave diverse