Ccb non gestirà il Fondo comune delle Casse rurali
Vadagnini: «Ok alla collaborazione, ma noi siamo soci». In ballo un patrimonio da 115 milioni Oggi Cassa centrale in assemblea per modificare lo statuto e diventare capogruppo a gennaio
«La gestione del Fondo comune delle Casse rurali trentine non andrà a Cassa centrale banca». Lo dice il presidente Vadagnini. In ballo la gestione di un patrimonio da 115 milioni di euro. Oggi intanto a Milano è in programma l’assemblea straordinaria di Ccb per cambiare lo statuto.
TRENTO «Il Fondo comune delle Casse rurali trentine non sarà gestito da Cassa centrale banca». Così ieri il presidente Carlo Vadagnini, in occasione della presentazione dell’iniziativa «Salva il tuo futuro» che in sostanza si propone di fornire ai giovani elementi di educazione finanziaria.
Il «Fondo» ha storicamente il ruolo di cassaforte del sistema delle Casse rurali trentine. Nei giorni scorsi, in concomitanza con la delibera di Ccb di uscita da Federcoop, è emersa anche la volontà da parte del costituendo gruppo nazionale del credito cooperativo di gestire da sola il Fondo comune delle Rurali, che ha 115 milioni di euro di patrimonio, primo azionista di Cassa centrale banca con l’8,17% del capitale. Il Fondo ha come soci le venti Casse rurali trentine, Ccb, Federcoop e Federazione Bcc Friuli. Il patrimonio è proprietà delle Rurali trentine e, dopo la cessione di Phoenix informatica bancaria a Ccb (che adesso ha l’80%), intende operare per la promozione dello sviluppo locale. Ccb inassemblee vece punterebbe a utilizzarlo come strumento proprio nell’ambito del gruppo.
Ieri il presidente Vadagnini, sollecitato sul tema, ha ricordato: «Il Fondo comune è un socio di Ccb, quindi è proprietario di Ccb. Con il futuro gruppo e con Federcoop collabora attivamente. Però non sarà gestito da Cassa centrale banca». E rispetto alla riforma, che costruirà un’architettura in cui la capogruppo avrà un ruolo di regia forte, con relativamente poca libertà per le 90 Bcc affiliate (ma lo stesso vale per Iccrea e Cassa centrale Raiffeisen), ha parole positive. «Non sono preoccupato per il futuro: per tutte le banche il gruppo è un motivo d’orgoglio, cresce la sicurezza finanziaria» dice Vadagnini.
Da vedere se la dialettica con il Fondo comune troverà posto oggi all’assemblea straordinaria di Cassa centrale banca a Milano. All’ordine del giorno la modifica dello statuto per diventare capogruppo. Sarà la piattaforma fondamentale in base a cui, nei prossimi giorni, si terranno le delle singole Bcc. Ogni banca dovrà recepire il contratto di coesione, che la lega alla propria capogruppo.
Ieri intanto il Fondo comune era al Muse per presentare un’iniziativa di educazione finanziaria: si tratta di un ciclo di 4 appuntamenti aperti ai giovani dai 18 ai 37 anni. Il territorio trentino è stato suddiviso in quattro zone: di volta in volta fino a 100 giovani dei quattro distretti potranno rivolgersi alle Rurali di riferimento e iscriversi gratis. In ogni serata si parlerà di risparmio, digital banking, responsabilità, innovazione, financial planning, crescita e responsabilità. Il direttore del Muse Michele Lanzingher: «Non è bizzarro che il Muse si occupi anche di questi temi».