Corriere del Trentino

I migranti «Nessun timore di curarci»

- Chiara Marsilli

L’ignoranza e l’omertà sono colpevoli tanto quanto l’attacco diretto nei confronti dei migranti. Questo quello che emerge a più riprese dai discorsi dei presenti alla manifestaz­ione «In cammino» che si è svolta ieri sera nel centro storico di Trento, un percorso della memoria dedicato al ricordo delle vittime dell’immigrazio­ne. Opinione ribadita dal presidente del Centro Astalli Stefano Grai, che dichiara: «Nel mare si continua a morire, e la situazione è tanto più grave in quanto l’Europa volge lo sguardo dall’altra parte». Gli fa eco don Ciotti affermando come la memoria viva si debba fare lotta per ridare dignità e diritti a tutte le persone e a tutti i cittadini. Diritti tra i quali rientra con forza e necessità quello alla salute, recentemen­te negato a un immigrato provenient­e dal Marocco che si è visto denunciato ai carabinier­i in esplicita violazione della legge che impone l’anonimato per tutti i pazienti. Un tema particolar­mente delicato, che tocca da vicino anche i ragazzi migranti che hanno scelto di sfilare per le strade di Trento per ribadire il proprio diritto a esistere in uno Stato che li tuteli. Sideeg (foto), 20 anni, è arrivato in Italia due anni fa dalla Nigeria. «Sono molto felice di vedere persone bianche e di colore unite nella stessa manifestaz­ione. Mi dà molto coraggio per il futuro. Quello che ha fatto il medico è gravissimo, ma non giudico l’Europa o l’Italia sulla base del comportame­nto sbagliato di una singola persona. Per quanto mi riguarda so che posso andare dal medico in serenità perché mi sono informato e so quali sono le mie possibilit­à». Kande della Guinea Bissau racconta: «In due anni che sono qui ho avuto bisogno del medico solo una volta, e non ho avuto problemi, così come i miei amici». Joy, che è albina e parla uno splendido italiano nonostante sia arrivata in Italia dalla Nigeria solo due anni fa, scherza: «Sono l’unica nera bianca. Manifestaz­ioni di questo tipo sono fondamenta­li per far capire alle persone in cosa consiste l’immigrazio­ne. L’ignoranza è colpevole, il compito di un medico è curare le persone».

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