Fugatti: «Giusto il progetto, ma serve metterlo in atto in base alle necessità»
«Piani anti smog comuni? Sarebbe meglio di no Dettati dal ministero ma declinati in autonomia»
TRENTO L’avvio a macchia di leopardo del piano ministeriale antismog nel Nord Italia con la partenza di Piemonte, Veneto, Lombardia (con il blocco degli Euro 3) e l’Emilia Romagna, con il blocco fino agli Euro 4, mentre il Trentino e l’ Alto Adige seguiranno a ruota in maniera indipendente, non rappresenta un problema per il sottosegretario alla salute Maurizio Fugatti (in corsa alle elezioni di ottobre come candidato presidente per il centrodestra).
Lo scopo fondamentale per Fugatti è quello di diminuire le emissioni dalle polveri sottili che ogni anno provocano sessantamila vittime in tutta Italia. Seguendo il Ministero, «senza dubbio» ma ognuno rispettando la propria autonomia. «Sono piani essenziali per la salute delle persone, ma bisogna fare attenzione a non penalizzare quelle categorie che utilizzano le automobili per lavorare», sottolinea il politico trentino (e veneto di nascita).
Sottosegretario Fugatti, è appena scattato a macchia di leopardo il piano antismog nel Nord Italia: non c’è la necessità di trovare un avvio comune per arrivare a un piano che abbia le stesse prerogative, divieti e tempistiche?
«In linea generale siamo favorevoli a mantenere il controllo delle emissioni con il piano anti smog previsto dal Ministero per l’ambiente, serve però ricordarsi di chi opera sul territorio, non deve essere penalizzato nella vita e svolgimento delle attività professionali, quindi si rende necessario declinare in maniera diversa il Piano nella realtà di ogni regione».
Quindi va bene l’avvio non uniforme delle limitazioni al traffico?
«Dico che l’avvio indipendente serve anche per questo, per poterlo calare nella realtà di ogni territorio con i divieti e le limitazioni che servono in quella realtà e renderlo meno impattante: questo permette di rispettare le categorie e chi utilizza le automobili per lavorare. Da autonomisti poi sottolineiamo che è giusto dare la possibilità di poter attuare un piano anti inquinamento nel modo in cui ognuno crede sia meglio: le impostazioni generali vanno bene, ma credo che sia opportuno applicarle in modo diverso per ogni regione: serve dare la possibilità ai territori di recepire le impostazioni generali ma poi, nel dettaglio, impostare il piano con la propria scansione. Le esigenze che si hanno in Alto Adige o in Trentino sono diverse da quelle sentite in Emilia Romagna o in Piemonte, è evidente».
In base alle necessità specifiche di ogni territorio, dunque. L’Alto Adige partirà il primo di novembre e in Trentino si sta decidendo.
«Va bene così, infatti, è coerente. Sono piani che cambiano la vita degli abitanti, con il rischio di complicarla maggiormente alle categorie che utilizzano di più i mezzi di trasporto. Da autonomisti diciamo che è giusto procedere dentro le direttive del Ministero, certamente, ma con le regole che devono deve essere prese in accordo con le regioni che possano decidere anche altri strumenti se serve».