Interramento della ferrovia e Nordus Consiglieri perplessi: prima i costi
Dibattito in commissione. Gilmozzi: «Finanziamenti, guardiamo all’Europa»
TRENTO Nonostante ci sia l’accordo per il progetto dell’interramento della ferrovia, lascia perplessi il cronoprogramma dell’opera. Secondo la minoranza comunale è ancora presto per convincere i cittadini riguardo l’importanza della realizzazione del nuovo piano infrastrutturale. Resta, inoltre, ancora da sciogliere il nodo dei finanziamenti. A discuterne è stata ieri la commissione comunale per la mobilità che ha ospitato Ezio Facchin, commissario governativo per l’accesso al Tunnel di base del Brennero.
«Prima di parlare del consenso della comunità è importante avere il consenso dei consiglieri. Ma non conosciamo ancora il dettaglio delle spese», commenta il consigliere Salvatore Panetta (Gruppo misto). L’importanza e l’opportunità dell’opera trova d’accordo tutti, ma ci sono dubbi sulla tempistica e sulla sostenibilità ambientale. «È forse il progetto più grande della storia regionale. Per andare però a parlare con i cittadini bisogna conoscere dapprima i dati: riguardo ad esempio l’impatto delle polveri e la durata dei cantieri», commenta Corrado Bungaro (Insieme Trento). Così anche il consigliere pentastellato Andrea Maschio si dice incerto sulla sostenibilità economica dell’opera: «al di là della volontà politica, bisogna chiarire tempi e costi, questioni che troppo spesso vengono rimandate».
Le prime stime economiche parlano di circa un miliardo per la circonvallazione riservata ai convogli merci e circa 450 milioni di euro per tutta la parte riguardante l’interramento della ferrovia, compreso quindi il progetto Nordus, ossia il raddoppio della Trento–Malè che vedrà treni con frequenze elevate e fermate più ravvicinate. La presentazione dettagliata del piano costi-benefici è prevista entro dicembre. Rimarrà poi da concludere il dialogo a tre tra Rfi, Provincia e Stato, che potrà usufruire dei finanziamenti del tunnel del Brennero. Al di là dell’incertezza dei costi per il Comune, l’assessore alle infrastrutture Mauro GIlmozzi ha voluto ribadire l’importanza dell’opera,
Scalfi
«Vogliamo sostenere il progetto nonostante i tre anni e mezzo di immobilismo»
presentata come un vero e proprio patto generazionale: «La volontà politica della maggioranza è inequivocabile e anche per quanto riguarda le risorse finanziarie ci siamo già mossi in Europa e continueremo ad essere attivi. Se i dati tecnici hanno messo in discussione la tratta di Rovereto per questioni idrogeologiche, per quanto riguarda la parte del progetto che interessa la città di Trento non ci sono problemi. E su questo dovremo continuare a lavorare negli anni. C’è bisogno però della collaborazione e delle idee di tutti i gruppi consiliari nella fase di progettazione. Rfi infatti non ha alcun interesse nel fare l’interramento, è un’occasione che la politica deve saper cogliere».
L’idea che si tratti di un’opportunità per l’intero territorio è condivisa anche dal consigliere Vanni Scalfi (Insieme Trento): «Un’opera che può essere paragonata alla deviazione dell’Adige nel 1800. Dunque, nonostante i tre anni e mezzo di immobilismo politico e scarsa visione per quanto riguarda la mobilità, vogliamo dare supporto a questo progetto straordinario».