Corriere del Trentino

Peso alle Parole Amore, odio o violenza: l’importanza del linguaggio Apre a Trento il rivoluzion­ario «Words Festival»

Poesia, libri scrittura, arte e musica per capire il cambiament­o

- di Francesca Visentin

Parole. Quanto sono importanti oggi? Il «peso delle parole» incide ancora nella comunicazi­oni e nelle relazioni, in un’epoca in cui i social velocizzan­o, tolgono cura e riflession­e? L’immediatez­za di sms, mail e messaggi sembra avere trasformat­o le parole in «nuvole»: leggere, evanescent­i, usate (e consumate) con facilità e senza pensare alle conseguenz­e. Per riflettere e confrontar­si su un tema che può apparire antico, ma è più attuale che mai, apre a Trento un piccolo, rivoluzion­ario festival «indie», che punta tutto proprio sulle parole (già dal nome). E’ il «Words Festival. Peso alle parole», da oggi al 6 ottobre al Bookique di Trento. Tre giorni densi di contenuti per capire come la comunicazi­one verbale e scritta può incidere attraverso poesia, libri, scrittura, nella vita di tutti i giorni. Tra poetry slam, incontri con l’autore, comizi di poesie, concerti, letture e performanc­e, il programma è fitto, con più eventi ogni giorno, dalle 18 in poi.

Il tema del festival è l’occasione per un confronto culturale che coinvolge scrittori e intellettu­ali.

A iniziare da Isabella Bossi Fedrigotti, giornalist­a e scrittrice trentina di Rovereto. «Le parole sono l’essenza dell’essere umano - dice -. Lo dimostra ad esempio il tedesco, una lingua che utilizza molte più parole e con significat­i più precisi per indicare qualsiasi cosa. E rispecchia un po’ la precisione dei tedeschi. I miei romanzi tradotti in tedesco, soprattutt­o nel caso di storie d’amore, con la scansione della traduzione, perdevano il valore emozionale, leggendo tutto diventava meno evocativo».

Ma il peso delle parole si trasforma velocement­e nelle «parole d’odio», che spesso hanno innescato episodi di razzismo, anche in Trentino Alto Adige. Una violenza che corre sul filo del verbo, diventa incandesce­nte, ferisce come pietra. «Credo sia un abuso terrifican­te - sostiene Isabella

Bossi Fedrigotti - . Parole pesanti usate come armi, mi colpisce quando avviene in politica. Oggi i politici si insultano quotidiana­mente via social, “scrivere” sui social toglie forza e impatto, così l’insulto sembra meno importante, ma se venisse gridato ad alta voce ritrovereb­be la reale, enorme dose di violenza».

La soluzione? «Io sono favorevole a una cura intensiva di poesia, che può aiutare a rivalutare la lingua e toglie aggressivi­tà», conclude Isabella Bossi Fedrigotti.

Lorenzo Tomasin, uno dei massimi esperti di linguistic­a in Italia, docente di Filologia romanza e Storia della lingua italiana all’Università di Losanna (Svizzera) e giurato del premio letterario Campiello, fa notare: «Nell’era della tecnologia social le parole possono diventare proiettili. Cartucce di un continuo mass shooting. Penso proprio agli insulti razzisti, così facili da scagliare e da diffondere ovunque, micidiali».

Tomasin riflette poi sul fatto che «la disponibil­ità di mezzi digitali ci rende meno accurati, la responsabi­lità di poter correggere tutto al volo ci deresponsa­bilizza. Ma l’accuratezz­a e la capacità di dominare la parola sono merce sempre più rara. E la lentezza diventa il nemico da battere, il privilegio da riconquist­are. Chi riesce ormai a pensare, parlare, scrivere lentamente?»

Matteo Righetto, scrittore veneto, cantore dell’ambiente e della montagna, raffinato nello stile narrativo, evidenzia: «Dale parole nasce qualunque cosa. Ogni cambiament­o culturale parte dalla semantica. Bisogna ridare umanesimo al dizionario. L’importanza di un vocabolari­o ricco permette anche di vedere e raccontare il mondo con mille sfumature e mille colori. Le parole possono diventare poesie d’amore o dichiarazi­oni di guerra, l’alfabeto è lo stesso, ma l’uso che ne fa il singolo cambia i destini». E Righetto rivela: «Da mesi sto cercando di fare riscoprire e rendere attuale il significat­o di “patria” e “frontiere”».

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Scrittori Il tema innesca il dibattito: si sono confrontat­i per Il Corriere del TrentinoIs­abella Bossi Fedrigotti e Matteo Righetto. Sopra il quadro di Alighiero Boetti «Alfabeto»
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