I conti in tasca all’Autonomia
Il bilancio ammonta a 4,8 miliardi. La sanità assorbe un miliardo, la scuola 824 milioni
La fetta più consistente è destinata alla sanità: un mi- lione di euro. Poi ci sono istruzione e diritto allo studio, ma anche politiche sociali ed enti locali. Dall’altra parte della classifica, con le cifre più basse, si trovano turismo e cultura. Sono questi i numeri del bilancio dell’Autonomia. Analizzando tutte le voci emerge anche il calo del debito, che passa dall’8,5 al 6% del Pil. «Il Patto di garanzia è stato l’atto decisivo» sottolinea il governatore uscente Rossi.
I numeri sono importanti, TRENTO anche in politica. Quelli di bilancio ancora di più perché disegnano il perimetro dell’azione governativa, ponendo in rilievo la progettualità. La redistribuzione delle diverse poste segna così la linea di demarcazione tra le sensibilità politiche. L’esperimento del governo LegaM5s lo dimostra: il conflitto politico è tutto orientato alla definizione dei budget e dei provvedimenti considerati emblematici del mood governativo. Cioè quelli che caratterizzano una legislatura lasciando un segno nell’elettorato e agendo nella produzione del consenso (reddito di cittadinanza, flat tax e pace fiscale le tre direttrici nazionali). L’enfasi è ancora superiore se le risorse sono quelle dell’Autonomia speciale che gestisce in esclusiva (o in concorrenza con lo Stato) numerose competenze.
Il quadro
Ma come sono stati spesi negli ultimi anni i soldi della Provincia? Per cominciare l’ultimo bilancio provinciale è stato di 4,8 miliardi di euro. Seicento milioni in meno rispetto alla vicina Bolzano che monetizza più risorse dallo Stato per la delega sulla scuola. Una parte consistente del forziere della Provincia è assorbito dalla spesa corrente (stipendi del personale, prestazioni sociali, spese per beni e servizi, eccetera) che rappresentano il 75% sul totale delle entrate medie annue che alimentano in via ricorrente il bilancio (a Bolzano è l’80%). Nella legislatura che si avvia a conclusione le spesa corrente è stata ridotta del 2% nonostante i rinnovi contrattuali, l’avvio dell’assegno unico e gli incrementi sulla finanza locale. Le spese di funzionamento hanno subito una contrazione del 10%. Le risorse recuperate hanno alimentato la spesa per investimento (in totale più di un miliardo l’anno), quella dove si gioca la partita più importante in termini di imprinting politico. Per i prossimi anni le previsioni di bilancio sono di sostanziale tenuta: la ripresa dell’economia e la riduzione del concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale – definito con il Patto di garanzia – dovrebbero neutralizzare la contrazione delle entrate dei gettiti arretrati. Per esaurire il quadro macroeconomico, dal 2013 il debito provinciale è diminuito passando dall’8,5% del Pil al 6%.
La distribuzione
La voce più importante all’interno del bilancio provinciale è la sanità che da sola occupa il 22,1%, oltre 1 miliardo di euro. A Bolzano sfiora addirittura un quarto del totale (23,6%). È, peraltro, uno dei capitoli che contribuisce in modo determinante alla spesa corrente. Per l’istruzione e il diritto allo studio — tutti gli insegnanti sono stipendiati da Piazza Dante — vengono riservati 824 milioni di euro, il 16,9% del totale. Il progetto di trilinguismo è costato complessivamente 35 milioni di euro. L’università ha ricevuto nell’ultimo anno 130 milioni di euro, le Fondazioni Mach e Kessler 69 milioni. Alle «relazioni con le altre autonomie territoriali e locali» — il cui debito si è passato da 280 a 20 milioni — sono stati destinati 804 milioni (16,5%), mentre il capitolo diritti sociali, politiche sociali e famiglia tocca i 500 milioni di euro (10,3%). Alcuni capitoli di spesa? Il reddito di garanzia assorbe 25 milioni di euro, il Progettone 47 milioni. Allo sviluppo economico e alla competitività del sistema sono stati assegnati il 7% delle risorse (341,3 milioni), alle politiche per il lavoro e la formazione professionale il 2,7% (130,8 milioni). Il turismo riceve 60,7 milioni (1,2%) — che comprende anche la promozione, Bolzano investe meno —, l’agricoltura ha l’1% esatto del salvadanaio (46,8 milioni). In fondo alla classifica anche la cultura (1,4%, 69 milioni), le politiche giovanili e lo sport (0,3%, 13,3 milioni) e le relazioni internazionali (0,3%, 14,2 milioni). All’ambiente e allo sviluppo sostenibile sono destinati 80,3 milioni (1,6%) mentre all’assetto del territorio e all’edilizia abitativa 70,2 (1,4%). Infine il capitolo immigrazione. La spesa per l’accoglienza dei richiedenti asilo è tutta finanziata dallo Stato: 11,6 milioni nel 2016, 17,8 nel 2017 e 16,7 da gennaio ad oggi.
Le poste Lo sviluppo economico riceve 341 milioni all’anno