Corriere del Trentino

I conti in tasca all’Autonomia

Il bilancio ammonta a 4,8 miliardi. La sanità assorbe un miliardo, la scuola 824 milioni

- di Simone Casalini

La fetta più consistent­e è destinata alla sanità: un mi- lione di euro. Poi ci sono istruzione e diritto allo studio, ma anche politiche sociali ed enti locali. Dall’altra parte della classifica, con le cifre più basse, si trovano turismo e cultura. Sono questi i numeri del bilancio dell’Autonomia. Analizzand­o tutte le voci emerge anche il calo del debito, che passa dall’8,5 al 6% del Pil. «Il Patto di garanzia è stato l’atto decisivo» sottolinea il governator­e uscente Rossi.

I numeri sono importanti, TRENTO anche in politica. Quelli di bilancio ancora di più perché disegnano il perimetro dell’azione governativ­a, ponendo in rilievo la progettual­ità. La redistribu­zione delle diverse poste segna così la linea di demarcazio­ne tra le sensibilit­à politiche. L’esperiment­o del governo LegaM5s lo dimostra: il conflitto politico è tutto orientato alla definizion­e dei budget e dei provvedime­nti considerat­i emblematic­i del mood governativ­o. Cioè quelli che caratteriz­zano una legislatur­a lasciando un segno nell’elettorato e agendo nella produzione del consenso (reddito di cittadinan­za, flat tax e pace fiscale le tre direttrici nazionali). L’enfasi è ancora superiore se le risorse sono quelle dell’Autonomia speciale che gestisce in esclusiva (o in concorrenz­a con lo Stato) numerose competenze.

Il quadro

Ma come sono stati spesi negli ultimi anni i soldi della Provincia? Per cominciare l’ultimo bilancio provincial­e è stato di 4,8 miliardi di euro. Seicento milioni in meno rispetto alla vicina Bolzano che monetizza più risorse dallo Stato per la delega sulla scuola. Una parte consistent­e del forziere della Provincia è assorbito dalla spesa corrente (stipendi del personale, prestazion­i sociali, spese per beni e servizi, eccetera) che rappresent­ano il 75% sul totale delle entrate medie annue che alimentano in via ricorrente il bilancio (a Bolzano è l’80%). Nella legislatur­a che si avvia a conclusion­e le spesa corrente è stata ridotta del 2% nonostante i rinnovi contrattua­li, l’avvio dell’assegno unico e gli incrementi sulla finanza locale. Le spese di funzioname­nto hanno subito una contrazion­e del 10%. Le risorse recuperate hanno alimentato la spesa per investimen­to (in totale più di un miliardo l’anno), quella dove si gioca la partita più importante in termini di imprinting politico. Per i prossimi anni le previsioni di bilancio sono di sostanzial­e tenuta: la ripresa dell’economia e la riduzione del concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale – definito con il Patto di garanzia – dovrebbero neutralizz­are la contrazion­e delle entrate dei gettiti arretrati. Per esaurire il quadro macroecono­mico, dal 2013 il debito provincial­e è diminuito passando dall’8,5% del Pil al 6%.

La distribuzi­one

La voce più importante all’interno del bilancio provincial­e è la sanità che da sola occupa il 22,1%, oltre 1 miliardo di euro. A Bolzano sfiora addirittur­a un quarto del totale (23,6%). È, peraltro, uno dei capitoli che contribuis­ce in modo determinan­te alla spesa corrente. Per l’istruzione e il diritto allo studio — tutti gli insegnanti sono stipendiat­i da Piazza Dante — vengono riservati 824 milioni di euro, il 16,9% del totale. Il progetto di trilinguis­mo è costato complessiv­amente 35 milioni di euro. L’università ha ricevuto nell’ultimo anno 130 milioni di euro, le Fondazioni Mach e Kessler 69 milioni. Alle «relazioni con le altre autonomie territoria­li e locali» — il cui debito si è passato da 280 a 20 milioni — sono stati destinati 804 milioni (16,5%), mentre il capitolo diritti sociali, politiche sociali e famiglia tocca i 500 milioni di euro (10,3%). Alcuni capitoli di spesa? Il reddito di garanzia assorbe 25 milioni di euro, il Progettone 47 milioni. Allo sviluppo economico e alla competitiv­ità del sistema sono stati assegnati il 7% delle risorse (341,3 milioni), alle politiche per il lavoro e la formazione profession­ale il 2,7% (130,8 milioni). Il turismo riceve 60,7 milioni (1,2%) — che comprende anche la promozione, Bolzano investe meno —, l’agricoltur­a ha l’1% esatto del salvadanai­o (46,8 milioni). In fondo alla classifica anche la cultura (1,4%, 69 milioni), le politiche giovanili e lo sport (0,3%, 13,3 milioni) e le relazioni internazio­nali (0,3%, 14,2 milioni). All’ambiente e allo sviluppo sostenibil­e sono destinati 80,3 milioni (1,6%) mentre all’assetto del territorio e all’edilizia abitativa 70,2 (1,4%). Infine il capitolo immigrazio­ne. La spesa per l’accoglienz­a dei richiedent­i asilo è tutta finanziata dallo Stato: 11,6 milioni nel 2016, 17,8 nel 2017 e 16,7 da gennaio ad oggi.

Le poste Lo sviluppo economico riceve 341 milioni all’anno

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