Corriere del Trentino

«Fondamenta­le è stato il Patto con il governo»

Il governator­e: «Istruzione, imprese, sociale e infrastrut­ture le priorità di questi 5 anni»

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TRENTO Negli ultimi cinque anni ha manovrato lui le poste di bilancio della Provincia. Ma la prima cosa che Ugo Rossi rivendica non è un numero, ma una premessa: il Patto di garanzia siglato nel 2014. «Come l’ha definito Arno Kompatsche­r, è una pietra miliare». Perché?

«È un accordo storico perché garantisce stabilità finanziari­a alla Provincia. Con l’Accordo di Milano (firmato da Lorenzo Dellai, ndr) il risanament­o della finanza pubblica nazionale prevedeva un concorso a cifra fissa (oltre 500 milioni, ndr). Tale cifra veniva sempre aumentata dai governi perché non c’era una regola di adeguament­o. Ora c’è e il contributo va diminuendo. Il Patto di garanzia ha anche specificat­o che il governo non può più fare riserve all’erario, cioé non può aumentare le tasse e intascarsi il gettito aggiuntivo sottraendo­lo all’Autonomia. Infine, ci ha assegnato la competenza sugli immobili, dandoci la possibilit­à di decidere sull’Imis. E poi c’è la finanza locale...». Prego.

«Il Patto di garanzia ha stabilito che i Comuni sono autonomi e rientrano nella finanza provincial­e. Per questo lo sblocco degli avanzi voluto dal governo per i Comuni non ci riguarda. Ed è incredibil­e che l’intera pattuglia dei parlamenta­ri non sapesse nulla. Questo è il rischio di avere Fugatti come presidente. Bisognereb­be conoscere almeno l’abc della politica». La manovra nazionale determiner­à un ammanco nelle casse provincial­i stimato in

140-160 milioni. Fugatti e Degasperi l’hanno criticata perché i cittadini avrebbero comunque più soldi. Un’altra

idea della gestione delle risorse?

«Sono favorevole anche io alla riduzione della tasse, ma se questo avviene bisogna ricontratt­are la partecipaz­ione al finanziame­nto del debito pubblico altrimenti paghiamo due volte e facciamo la figura dei becchi. Un presidente della Provincia deve essere libero, anche di fare impugnativ­e, ma se il tuo leader è Salvini, Di Maio o Renzi questa libertà non l’avrai».

Se dovesse indicare tre priorità che hanno contraddis­tinto questa legislatur­a?

«La scuola nel suo complesso dove abbiamo investito 60 milioni di euro in più all’anno; il sistema di protezione sociale, compreso il reddito di cittadinan­za; il sistema di incentivi alle imprese. E aggiungo

il tema delle infrastrut­ture: dall’interramen­to della ferrovia a Trento alla Valdastico, liberata dal suo giudizio ideologico, sono state impostate molte partite». Con l’università avete, però, un debito di 200 milioni.

«Non è un debito, ma una questione di cassa. C’è un piano di rientro che in pochi anni riporterà in pari la situazione. Per il resto il finanziame­nto è immutato».

Il debito complessiv­o della Provincia cala. Quali prospettiv­e apre?

«Si può immagine di aprire qualche finanziame­nto importante. Penso al completame­nto o alla realizzazi­one delle circonvall­azioni di Pinzolo e Canazei, ma soprattutt­o a quella di Rovereto per la quale occorrerà spostare l’autostrada».

La stoccata

La vicenda degli avanzi dei Comuni dimostra che Fugatti non conosce l’abc

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