L’affondo di Castelli «Vampiri a caccia, vogliono solo i soldi» E la Sat avvia un’analisi
Confronto online. Righetto: turismo cafone
TRENTO Il dibattito online, sulla pagina Facebook aperta solo pochi giorni fa, è praticamente continuo. Fatto di tante foto, di prese di posizione di singoli cittadini. Ma anche di riflessioni dettagliate e puntuali sul progetto di «riqualificazione» della Translagorai. Un fronte popolare imponente, che non si vedeva dai tempi — non molto lontani peraltro e non del tutto scongiurati — della protesta contro gli impianti da sci prospettati a Serodoli.
«Difendiamo il Lagorai dal demenziale progetto che prevede un incremento delle strutture turistiche in una delle ultime zone wilderness del Trentino» scrivono gli amministratori del gruppo, che in questi giorni si sono già riuniti per iniziare ad abbozzare le prossime mosse. E che, nei giorni scorsi, hanno prodotto un documento puntuale di analisi e critica al progetto da 3,6 milioni di euro lanciato da Provincia, enti locali, Sat e parco di Paneveggio per rafforzare gli 85 chilometri in quota lungo la selvaggia catena del Trentino orientale, con la ristrutturazione di un rifugio e sei malghe. «Il progetto — si legge nel documento elaborato dalla comunità del forum girovagandoinmontagna — è in contraddizione quando afferma di voler preservare l’ambiente e la sua naturalità e nello stesso momento intende sviluppare ulteriormente le infrastrutture turistiche». Di più: «Per facilitare la traversata basterebbe un solo bivacco, nella zona di forcella Valsorda». Ma è sui 3 milioni destinati agli interventi edilizi che si concentrano i timori. A partire dai lavori prospettati a malga Lagorai. Con un sospetto: «Tutti gli interventi sembrano più comprensibili se si ragiona su malga Lagorai come “appendice” turistica del Cermis e dei suoi impianti di risalita. Che appare come il vero obiettivo, inconfessato e inconfessabile, dell’intera operazione». Tenendo conto, prosegue il documento, che chi percorre la Translagorai dovrebbe compiere una lunga deviazione per dormire e mangiare sulla riva del lago Lagorai.
«I vampiri sono sempre in caccia» chiosa l’attore Andrea Castelli, che in un video pubblicato online si schiera con i contrari: «Il Lagorai è l’ultima area incontaminata del Trentino. Se ne sono accorti, anche se i ga mes en pezot». Castelli è aspro: «Se la ridono dell’amore per la montagna. I soldi: è questo quello che vogliono. Poi ci racconteranno che beneficeremo tutti dei soldi che loro guadagnano. L’è en pez che i ne la conta questa. Lo chiamano sviluppo». Ma, avverte l’attore, «i soldi non si coniugano con la lungimiranza: quando la gente si accorgerà che la discoteca in città ce l’ha anche sotto casa, cosa verrà a fare in val di Fiemme? Resterà a casa. E allora rido. Ma i primi ad accusarli saranno i loro figli».
Ruvido anche il commento dello scrittore veneto Matteo Righetto: «Questo progetto finirebbe per deturpare il fascino incredibile di un ambiente naturale intatto, antropizzando con un turismo cafone un’area che merita di essere lasciata così com’è».
E a rimettere in discussione la sua posizione è anche la Sat. Che per voce della sua presidente Anna Facchini scrive: «La giunta esecutiva ha incaricato le proprie commissioni Tutela ambiente montano, rifugi e sentieri di vagliare il progetto Translagorai e l’accordo di programma tra gli enti nella versione approvata lo scorso 10 agosto. L’attività ha lo scopo di considerare i presupposti su cui era stato costruito l’accordo di programma correlato all’ipotesi di progetto. Valuteremo come rendere pubblici i risultati di questo lavoro».
L’attore
«L’amore per la montagna? Questa gente se la ride
Ma i primi ad accusarli, in futuro, saranno i loro figli»