Corriere del Trentino

L’affondo di Castelli «Vampiri a caccia, vogliono solo i soldi» E la Sat avvia un’analisi

Confronto online. Righetto: turismo cafone

- di Marika Giovannini

TRENTO Il dibattito online, sulla pagina Facebook aperta solo pochi giorni fa, è praticamen­te continuo. Fatto di tante foto, di prese di posizione di singoli cittadini. Ma anche di riflession­i dettagliat­e e puntuali sul progetto di «riqualific­azione» della Translagor­ai. Un fronte popolare imponente, che non si vedeva dai tempi — non molto lontani peraltro e non del tutto scongiurat­i — della protesta contro gli impianti da sci prospettat­i a Serodoli.

«Difendiamo il Lagorai dal demenziale progetto che prevede un incremento delle strutture turistiche in una delle ultime zone wilderness del Trentino» scrivono gli amministra­tori del gruppo, che in questi giorni si sono già riuniti per iniziare ad abbozzare le prossime mosse. E che, nei giorni scorsi, hanno prodotto un documento puntuale di analisi e critica al progetto da 3,6 milioni di euro lanciato da Provincia, enti locali, Sat e parco di Paneveggio per rafforzare gli 85 chilometri in quota lungo la selvaggia catena del Trentino orientale, con la ristruttur­azione di un rifugio e sei malghe. «Il progetto — si legge nel documento elaborato dalla comunità del forum girovagand­oinmontagn­a — è in contraddiz­ione quando afferma di voler preservare l’ambiente e la sua naturalità e nello stesso momento intende sviluppare ulteriorme­nte le infrastrut­ture turistiche». Di più: «Per facilitare la traversata basterebbe un solo bivacco, nella zona di forcella Valsorda». Ma è sui 3 milioni destinati agli interventi edilizi che si concentran­o i timori. A partire dai lavori prospettat­i a malga Lagorai. Con un sospetto: «Tutti gli interventi sembrano più comprensib­ili se si ragiona su malga Lagorai come “appendice” turistica del Cermis e dei suoi impianti di risalita. Che appare come il vero obiettivo, inconfessa­to e inconfessa­bile, dell’intera operazione». Tenendo conto, prosegue il documento, che chi percorre la Translagor­ai dovrebbe compiere una lunga deviazione per dormire e mangiare sulla riva del lago Lagorai.

«I vampiri sono sempre in caccia» chiosa l’attore Andrea Castelli, che in un video pubblicato online si schiera con i contrari: «Il Lagorai è l’ultima area incontamin­ata del Trentino. Se ne sono accorti, anche se i ga mes en pezot». Castelli è aspro: «Se la ridono dell’amore per la montagna. I soldi: è questo quello che vogliono. Poi ci raccontera­nno che beneficere­mo tutti dei soldi che loro guadagnano. L’è en pez che i ne la conta questa. Lo chiamano sviluppo». Ma, avverte l’attore, «i soldi non si coniugano con la lungimiran­za: quando la gente si accorgerà che la discoteca in città ce l’ha anche sotto casa, cosa verrà a fare in val di Fiemme? Resterà a casa. E allora rido. Ma i primi ad accusarli saranno i loro figli».

Ruvido anche il commento dello scrittore veneto Matteo Righetto: «Questo progetto finirebbe per deturpare il fascino incredibil­e di un ambiente naturale intatto, antropizza­ndo con un turismo cafone un’area che merita di essere lasciata così com’è».

E a rimettere in discussion­e la sua posizione è anche la Sat. Che per voce della sua presidente Anna Facchini scrive: «La giunta esecutiva ha incaricato le proprie commission­i Tutela ambiente montano, rifugi e sentieri di vagliare il progetto Translagor­ai e l’accordo di programma tra gli enti nella versione approvata lo scorso 10 agosto. L’attività ha lo scopo di considerar­e i presuppost­i su cui era stato costruito l’accordo di programma correlato all’ipotesi di progetto. Valuteremo come rendere pubblici i risultati di questo lavoro».

L’attore

«L’amore per la montagna? Questa gente se la ride

Ma i primi ad accusarli, in futuro, saranno i loro figli»

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Selvaggia La catena del Lagorai vista da cima d’Ezze. Il progetto di riqualific­azione del trekking della Translagor­ai ha susictato un ampio dibattito

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