Corriere del Trentino

Fraccaro: il reddito di cittadinan­za anche in Trentino

Il ministro: risparmi per 30 milioni annui

- Barana

«Il reddito di cittadinan­za si applicherà anche in Trentino». Parola del ministro Riccardo Fraccaro. Che risponde anche al presidente della Provincia Ugo Rossi: «Non ci sarà nessuna perdita di gettito sul bonus Renzi e anzi ci saranno più soldi per i trentini con flat tax e taglio di Ires e Irap».

TRENTO «Non ci sarà nessuna perdita di gettito sul “bonus Renzi” e anzi ci saranno più soldi per i trentini con la flat tax e il taglio di Ires e Irap». Il ministro Riccardo Fraccaro al Corriere del Trentino risponde al presidente della Provincia Ugo Rossi che aveva parlato di 140-160 milioni in meno di entrate fiscali per la Provincia con la manovra del governo.

Ministro, Rossi ha parlato di 40-50 milioni in meno dalla flat tax, 70-80 dal «bonus Renzi» rivisto come detrazione fiscale e 3040 dai tagli Ires e Irap. È così?

«No. Innanzitut­to nel 2019 non ci saranno revisioni del “bonus Renzi” e quindi nessuna perdita di gettito da questa misura. Mentre flat tax e taglio Ires ed Irap si traducono in meno tasse che generano più investimen­ti, consumi ed entrate fiscali. Con la nostra manovra quindi ci saranno più soldi per i trentini. Rossi si preoccupi piuttosto di tagliare le centinaia di milioni di euro che spende ogni anno di contributi a pioggia, in questo modo si potrebbero azzerare Irap e Irpef ai trentini»

Orgoglio Il Def a trazione M5s? Sì, è una manovra che inverte la rotta

 Bonus Renzi Sono escluse revisioni e quindi nessuna perdita di gettito per la Provincia da questa misura Rossi pensi a tagliare i contributi a pioggia 

Democrazia diretta Grazie alla nuova misura di protezione sociale Piazza Dante risparmier­à 30 milioni più altri 37 per la parte relativa alla cura e educazione dei figli

Rossi però accusa: «Con il Patto di Garanzia contribuia­mo a risanare il debito pubblico nazionale, ma la manovra del governo genera nuovo debito e così rischiamo di pagare due volte»...

«Non c’è nessun allarme. La cifra prevista dal Patto di Garanzia è fissa fino al 2022: 476 milioni per Bolzano e 429 per Trento. Dal 2023 la cifra sarà calcolata sulla base del costo del debito pubblico, e siamo convinti che la maggiore crescita generata dalle misure della manovra sarà in grado di ridurre il debito».

Confindust­ria e Assoartigi­ani però sono critiche sulla manovra, che definiscon­o assistenzi­alista.

«Il mondo produttivo comprende diverse realtà e molte hanno promosso il Def. Confartigi­anato ha espresso apprezzame­nto per le risorse che vanno a sostenere gli investimen­ti, Confcommer­cio plaude al disinnesco degli aumenti Iva e Confeserce­nti ritiene positiva la previsione di un maggior sostegno ai redditi delle famiglie e quindi ai consumi. Bisogna giudicare le misure nel concreto. Verrà superata la legge Fornero, consentend­o finalmente a chi ha lavorato una vita intera di andare in pensione promuovend­o il ricambio generazion­ale. C’è il taglio delle tasse, fondamenta­le per dare un po’ di ossigeno agli imprendito­ri, e il fondo ad hoc per i truffati dalle banche di 1 miliardo e mezzo di euro. Siamo riusciti a realizzare il reddito e la pensione di cittadinan­za, fondamenta­li per rilanciare produttivi­tà e consumi. Alziamo le minime a 780 euro e garantiamo un sostegno ai cittadini per farli rientrare nel mercato del lavoro»

A proposito del reddito di cittadinan­za: si integra con l’assegno unico provincial­e o lo supera?

«L’introduzio­ne del reddito di cittadinan­za porterebbe vantaggi concreti e immediati per la nostra Provincia. In termini economici si avrà un risparmio di oltre 30 milioni di euro all’anno: la componente dell’assegno unico relativa all’integrazio­ne dei bassi redditi, che costa 17 milioni a regime, sarebbe integralme­nte sostituita dal reddito di cittadinan­za. Anche parte della componente relativa alla cura e l’educazione dei figli minori, che costa 37 milioni a regime, sarebbe quasi interament­e sostituita. Dimostriam­o con i risultati concreti che possiamo guidare il cambiament­o anche in Trentino-Alto Adige».

L’impression­e è che il Def sia più di matrice grillina che leghista...

«Il governo ha approvato le misure all’unanimità, ma certamente come M5S abbiamo dato il massimo per riuscire a ottenere una manovra in grado di invertire la rotta che ci ha portati a livelli record di disoccupaz­ione, povertà, debito pubblico e crisi delle imprese. Abbiamo puntato sulla crescita e sui diritti. Con il reddito di cittadinan­za stanzierem­o 10 miliardi per circa 6,5 milioni di beneficiar­i che dovranno partecipar­e a programmi di riqualific­azione presso i centri per l’impiego, che saranno riformati in linea con le migliori pratiche internazio­nali.»

Lei ha presentato il ddl costituzio­nale sulla democrazia diretta. Via il quorum sul referendum abrogativo, istituzion­e del referendum propositiv­o, riduzione dei parlamenta­ri del 36 per cento e abolizione del Cnel. Qual è lo spirito della riforma?

«Con il referendum propositiv­o e l’abolizione del quorum i cittadini che partecipan­o potranno tradurre in legge la loro volontà come accade nei sistemi democratic­i più avanzati. La riduzione del numero dei parlamenta­ri consentirà di aumentare l’efficienza istituzion­ale, così come l’abolizione del Cnel. L’esame a data certa (18 mesi, ndr) delle leggi di iniziativa popolare risponde poi all’esigenza di garantire che il Parlamento rispetti la volontà dei cittadini. L’obiettivo è quindi creare una sinergia tra popolo e istituzion­i nell’ottica di una democrazia integrale».

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(Rensi-Nardelli) Ministro Riccardo Fraccaro è il ministro per i rapporti con il parlamento. È trentino d’adozione
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