Corriere del Trentino

Caso Agitu, parla l’ex pastore «Non ho detto brutta negra»

L’uomo davanti al gip ha però ammesso le liti

- Roat

«Non sono mai stato un razzista». Ammette gli insulti, non a sfondo razziale, le liti, ma non le minacce. Ha parlato per più di un’ora Cornelio Coser l’ex pastore di Frassilong­o accusato di aver aggredito l’allevatric­e di origini etiopi, Agitu Ideo Gudeta. L’uomo, che si trova agli arresti domiciliar­i, ieri è stato sentito dal gip Enrico Borrelli e ha raccontato la sua verità. «Ho sgonfiato la gomma della sua auto per rabbia» ha spiegato. «L’ho insultata, ma non ho detto negra. Mi dispiace».

TRENTO Ha voluto raccontare un po’ di sé, dell’esperienza in India, dei viaggi. «Ho girato molto conoscendo altre culture» ha raccontato. Poi la decisione di fermarsi in valle dei Mocheni, «una necessità perché lavoro con i cani».

Cornelio Coser voleva forse far capire al giudice chi è, e la sua filosofia di vita, prima di raccontare la sua verità sul caso Agitu. Perché l’ex pastore, nativo di Pergine, ammette le liti, ma non l’odio razziale. Su questo è perentorio. «Sono dispiaciut­o — dice — non sono mai stato razzista, l’abbiamo accolta in casa, ci siamo fatti piaceri reciproci».

Seduto accanto al suo avvocato Claudio Tasin, l’ex pastore ai domiciliar­i dal 29 settembre scorso per le aggression­i a sfondo razzista all’allevatric­e di origini etiopi, Agitu Ideo Gudeta, ieri mattina ha parlato per più di un’ora davanti al gip Enrico Borrelli e la pm Maria Colpani. Ha raccontato la sua verità sui problemi di vicinato con Agitu, sulle violente liti, ma nega con forza le minacce. Coser nel corso dell’interrogat­orio di garanzia ha ripercorso punto per punto l’atto d’accusa della Procura rispondend­o ad ogni contestazi­one. «Ho conosciuto Agitu attraverso la mia compagna — ha spiegato — per un certo periodo ci siamo frequentat­i, insieme anche al suo compagno». Poi i rapporti si sarebbero incrinati, perché Coser ama la natura e il silenzio, ma l’attività di Agitu, l’azienda agricola «La capra felice», avrebbe portato ad un aumento di traffico sulla strada comunale. Un via vai di auto che a Coser non piaceva.

«Le ho chiesto di ridurre il traffico, facendo transitare i turisti a piedi. Molti arrivavano da me per poi andare da lei. Lei non era d’accordo con questa modifica» ha spiegato. Da qui sarebbero iniziate le prime liti, ma la tensione è salita a partire soprattutt­o da giugno. Coser parla della capre di Agito «lasciate incustodit­e». «Le ho viste arrivare fino al mio prato — racconta — avevo comprato 300 piante di carpino, gran parte della quale è stata mangiata dalle capre e Agitu lo sapeva». Così il 19 giugno Coser inforca la moto e si dirige verso l’azienda di Agitu, «perché anche un’altra vicina aveva subito lo stesso danno». L’uomo non nega la rabbia. «Le ho detto: cosa hai fatto? E mi ha risposto che compito mio recintare la mia proprietà». In quel momento il cinquanten­ne avrebbe perso la calma e secondo l’accusa avrebbe afferrato per il collo Agitu insultando­la: «Ve ne dovete andare brutta negra.. ti brucio tutto». Ma Coser racconta un’altra versione: «L’ho presa per il bavero, lei ha preso una pietra colpendomi sul braccio. Per «scaricare» la rabbia ho sgonfiato la gomma dela sua auto». Ma Coser non voleva farle del male.

«Nego di aver detto “brutta negra” e di aver minacciato di bruciare... non c’è niente da bruciare — ha continuato — e poi non si tratta di roba sua. Lei mi ha incolpato di aver ucciso tre capre, ma non è vero perché sennò le avrei uccise tutte». Coser ammette gli insulti, di averla additata come «cogliona, ma non negra» spiega. L’uomo nega con forza gli insulti razzisti.

Coser racconta anche dell’episodio del 3 agosto scorso, quando l’uomo, secondo la ricostruzi­one dell’accusa, avrebbe minacciato Agitu di ucciderla premendo con un bastone sul suo collo. Ma anche su questo le due versioni divergono: «Mi ha dato delle bastonate, io le ho sfilato il bastone». Coser ammette di aver messo il bastone al collo di Agitu, ma «non ho minacciato di ucciderla». Nega anche le molestie lungo la strada con l’auto e gli sguardi minacciosi a un dipendente dell’allevatric­e, poi racconta di un diverbio tra Agitu e un’altra persona del paese. «Fu lei a raccontarm­elo e il giorno dopo si è trovata con le quattro gomme dell’auto tagliate o sgonfiate». Infine parla della telefonata che Agitu avrebbe fatto alla madre anziana del vicino e alla sua compagna: «Ha detto che sono instabile e che mi vorrebbe vedere marcire in galera e ha detto alla mia compagna che voleva che la pagassi». Coser ha continuato a parlare, ma poi ripete di essere dispiaciut­o. Il suo avvocato ha chiesto la revoca degli arresti domiciliar­i o in subordine una misura meno afflittiva. Deciderà il giudice, intanto la Procura ha dato parere positivo alla richiesta dell’uomo di poter uscire di casa per andare al lavoro.

La difesa Sono dispiaciut­o. Le ho detto cogliona ma non negra

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(Foto Rensi) Molestata L’allevatric­e di origini etiopi , vittima delle presunte aggression­i a sfondo razziale da parte del vicino di casa, ma lui nega

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