Divertente, dissacrante, pop: il Mart ospita l’arte mostruosa
Coloratissima e vagamente «hot» È l’arte della svedese Djurberg che trascina l’amico musicista Berg al Mart per una mostra surreale
Coloratissima e vagamente «hot» È l’arte della svedese Djurberg che trascina l’amico musicista Berg al Mart per una mostra surreale. La rassegna, aperta fino a gennaio, è la più grande esposizione che sia mai stata dedicata ai due artisti ribelli.
Divertente, coloratissima, a tratti pop. Ma anche dissacrante, surrealista, vagamente pornografica. Freud, mai pago di essere citato anche in contesti lontanissimi dal suo campo d’azione, forse l’avrebbe definita perturbante. Quell’unheimlich che ci disturba e ci attrae, perché riconosciamo in esso qualcosa di familiare che avevamo rimosso.
La nuova mostra di Nathalie Djurberg & Hans Berg, aperta al Mart di Rovereto da oggi fino al 27 gennaio 2019, spalanca le porte sul mondo onirico dei due artisti svedesi Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2009. Entrambi del 1978, lei pittrice e scultrice, lui compositore, iniziano a collaborare nel 2001 e da allora formano un sodalizio artistico di immediata riconoscibilità.
La loro produzione mescola i generi e incontra le tecnologie: sculture di creta, argilla, plastilina, fil di ferro e pittura acrilica prendono vita grazie a filmati in stop motion accompagnati dalle musiche originali di Berg tra animazioni, soud art e realtà virtuale.
Quella al Mart è la più ampia rassegna mai dedicata al duo svedese. Realizzata in collaborazione con il Moderna Museet di Stoccolma e la Schirn Kunsthalle di Francoforte e curata dalla direttrice dell’istituto svedese Lena Essling e dal direttore della realtà trentina Gianfranco Maraniello, espone le maggiori opere realizzate dal 2003 a oggi, allestite secondo un percorso temporale che accompagna i visitatori alla scoperta dell’evoluzione del linguaggio artistico di Djurberg e Berg.
È la prima volta che le sale del museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto ospitano una mostra di questa natura, e la collaborazione con i due istituti nordici si vede e si sente.
Più che un percorso espositivo si tratta di un itinerario a tappe attraverso un mon do mostruoso nel senso etimologico del termine. Come Alice di Lewis Carroll, passando da una sala all’altra tra parate di uccelli e gigantesche patate cave, il visitatore incontra strani personaggi donne con sei seni, serpenti con la testa incoronata di teschi umani come la dea Kalì, pellicani seduti a un tavolino -, creature ibride che incrociano il mondo umano, animale, vegetale e minerale.
Nathalie Djurberg, capelli biondi e lisci attorno a un viso da bambina, sembra quanto di più distante possa esistere da questo suo universo grottesco e sopra le righe.
Il contrasto non fa che rafforzare la potenza della favola nera generata dalla sua immaginazione, sempre tesa a una crudele satira sociale che però non arriva mai alla condanna definitiva. Non serve essere esperti di surrealismo per godere appieno di questo straordinario viaggio perché i riferimenti sono moltissimi e immediatamente riconoscibili.
Tra i nomi citabili ci sono naturalmente Dalì e Duchamp, ma anche le inquiete contorsioni dei corpi di Schiele. E ancora, Tim Burton, Stanley Kubrick, Danny Boyle e David Lynch, e chissà quanto altro.
«Ci sono così tanti livelli che io stessa non so prevederli tutti. Ogni opera è a finale aperto, ognuno può vederci ciò che vuole» spiega con semplicità la Djurberg.
L’ultima sfida è quella della virtual reality. Grazie a una sorta di videogioco immersivo è infatti possibile entrare direttamente nell’azione, interagire «dal vivo» con inquietanti personaggi e passeggiare tra le stelle.
Una mostra che richiede tempo ma non fatica, attenzione e disincanto. Un vero «trip» che conquisterà anche i più diffidenti. www.mart.tn.it.
L’esposizione La rassegna, aperta fino a gennaio, è la più grande mai dedicata ai due artisti ribelli