Delmarco resta ai domiciliari Liberi gli altri
Il principale imputato, il noto investigatore Mauro Delmarco, titolare di una delle agenzie investigative più note del Trentino Alto Adige, resta agli arresti domiciliari, è stata confermata la misura cautelare anche per il finanziere bolzanino Christian Tessadri, mentre gli altri tornano in libertà.
Così ha deciso il Tribunale del riesame, presieduto dal giudice Guglielmo Avolio. Il collegio ha parzialmente accolto le richieste degli avvocati Federico Fava e Beppe Pontrelli e ha concesso una misura meno afflittiva agli altri tre indagati per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora. Alla coppia di poliziotti bolzanini, Rossana Romano (ora sospesa) e al marito Peppino Spagnuolo (in pensione) i giudici hanno disposto la misura interdittiva (per un periodo di un anno per Romano) della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di agente di polizia di Stato. Per l’ex poliziotto Giuliano Vinante resta solo la misura dell’obbligo di dimora.
È soddisfatto l’avvocato Fava, ma la battaglia è ancora lunga. I sei sono infatti finiti al centro della vasta indagine sui presunti dati riservati venduti ai due detective, uno 007 di Verona, Matteo Zamboni, e, soprattutto, Delmarco, ritenuto il personaggio chiave dell’indagine. Secondo quanto ricostruito dall’accusa gli «infedeli», sette rappresentanti delle forze dell’ordine, avrebbero venduto informazioni coperte dal segreto d’ufficio, attingendo anche dalla banca dati interforze, ai due detective. Il prezzo della «sbirciatina» nel cervellone costava tra i 500 e 1.000 euro.