Corriere del Trentino

Tra teatro e memoria Il Club Armonia ricorda il buio delle leggi razziali

- Chiara Marsilli

TRENTO «La bellezza salverà il mondo», scriveva Dostoevski­j. Ma, per continuare a citare i grandi del passato, gli antichi pensatori greci sostenevan­o che la madre di tutte le Muse fosse Mnemosine, la Memoria. Ecco che con un’audace ma non azzardata connession­e si può dire che la bellezza artistica che salverà il mondo è figlia della memoria storica. Un monito ancora più importante in tempi inquieti come quelli contempora­nei. Proprio nel 2018 cade infatti l’ottantesim­o anniversar­io della promulgazi­one delle leggi razziali fasciste, avveniment­o passato sotto un generale silenzio. Il 18 settembre 1938 in una gremita Trieste Benito Mussolini annunciava le leggi razziali nei confronti del popolo ebraico, anticipate dal «Manifesto degli scienziati razzisti».

Un tragico anniversar­io che il Club Armonia diretto da Renzo Fracalossi ha voluto celebrare ieri con un evento teatrale, in una bella commistion­e di arte e memoria precisamen­te finalizzat­a a promuovere la riflession­e sulla base di dati storici. Espulsi dalle associazio­ni e dalle scuole di ogni ordine e grado, privati delle attività commercial­i, rei esclusivam­ente di avere un’origine natale specifica, migliaia di cittadini italiani furono spinti prima all’espatrio e al suicidio e in seguito verso la «soluzione finale» in un clima di generale indifferen­za.

E in Trentino? Ironicamen­te il nostro territorio non visse con particolar­e intensità il fenomeno persecutor­io, per una ragione ben precisa. La tragica vicenda del «Simonino» del 1475 aveva infatti portato alla scomparsa di qualsiasi comunità ebraica nell’intera città di Trento ben prima del 1938. Nonostante ciò, anche in sede locale giornalist­i quali il roveretano Gino Sottochies­a e il barone Troilo Salvotti portarono avanti una pervicace attività di propaganda e attacco. Il loro esempio fu efficace al punto tale da spingere alcuni trentini a diventare confidenti dell’Ovra, la polizia segreta dell’Italia fascista. Ancora una volta episodi come questi ricordano come un’informazio­ne attenta, puntuale e onesta possa essere il primo passo verso una società equilibrat­a.

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