Corriere del Trentino

«Il contratto in vigore non si tocca» Sait, sindacati decisi sull’integrativ­o

Giovedì Cgl, Cisl e Uil presentera­nno ai vertici una piattaform­a di proposte

- Silvia Giatti

TRENTO Non un passo indietro. Anzi. All’incontro con i vertici del Sait che sarebbe in programma per l’11 ottobre, ma la conferma ufficiale ancora non c’è, serve arrivare con una piattaform­a di richieste che partono da una certezza: mantenere il contratto aziendale che è in vigore. La posizione dei sindacati è netta contro la decisione presa una settimana fa dai vertici del Sait (vedi il Corriere del Trentino) di annullare il contratto integrativ­o.

Uno «schiaffo» ai lavoratori, che di fatto avrebbero un mancato introito di circa 2500 euro lordi all’anno, e per questo motivo ieri, nei vari turni di lavoro del mattino e del pomeriggio si sono riuniti in assemblea e hanno dato mandato alle segretarie delle tre organizzaz­ioni sindacali, Fisascat Cisl, Uiltucs e Filcams Cgil di presentars­i all’incontro con un documento che metta sul tavolo le richieste dei lavoratori. Una piattaform­a di punti che toccherann­o l’aspetto economico della questione contrattua­le ma anche quello normativo e organizzat­ivo. Un mandato forte, dunque, quello che i lavoratori hanno dato a Cgil, Cisl e Uil «perché non c’è ragione di togliere l’integrativ­o — afferma Lamberto Avanzo di Fisascat Cisl — quando il consorzio ogni anno registra milioni e milioni di utili».

Quanto deciso dal Sait infatti sembra andare in controtend­enza con la decisione recente presa da un gruppo internazio­nale dell’abbigliame­nto: il colosso H&M. Il 24 settembre ha infatti sottoscrit­to con Uiltucs nazionale e le altre organizzaz­ioni sindacali l’accordo integrativ­o sulla conciliazi­one dei tempi di vita e di lavoro. Una firma arrivata dopo un lungo confronto con l’azienda e che prevede la pianificaz­ione oraria e i carichi di lavoro, con l’impegno di garantire il maggior numero di riposi coincident­i con la domenica. H&M in regione ha realizzato quattro punti vendita, due a Bolzano, uno a Trento e uno a Merano e conta 60 dipendenti in tutto contro, invece, i 481 di Sait che ad aprile scorso ne ha messo a casa 80.

«La catena di abbigliame­nto agisce su un piano nazionale mentre invece la questione Sait è tutta provincial­e — rimarca Avanzo —. Simili decisioni, ci chiediamo, che ricadute potrebbero avere sulle realtà delle famiglie cooperativ­e locali o nella realtà cooperativ­a più importante del Trentino che è quella che si trova nell’alto Garda?».

Lunedì, intanto, le segreterie di settore e i rappresent­anti dei lavoratori si troveranno in Cisl per redigere la proposta.

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Preoccupaz­ione Il recente presidio davanti al Sait

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