Marco Pantani, film inchiesta oltre il campione
Iniziate le riprese. Il regista: voglio raccontare la storia di un uomo
TRENTO Registi, operatori, cineprese. C’è un via vai insolito al secondo piano del palazzo di giustizia. Gli avvocati allungano lo sguardo incuriositi. Seduto su una sedia c’è un carabiniere, la divisa è un po’ troppo grande e la giacca pende un po’ sul dietro, ma non è un militare dell’Arma, è un attore. Altri suoi colleghi camminano lungo il corridoio, forse ripassando le battute. Attendono di entrare in scena. Ciak si gira.
Ieri il Tribunale di Trento si è trasformato in un set cinematografico per il film-inchiesta sul «Caso Pantani». La pellicola, che sarà girata tra il Trentino, l’Emilia e Cuba, ripercorrerà la storia del campione di ciclismo, il «Pirata», alla luce anche delle novità giudiziarie emerse negli ultimi due anni. Le riprese sono iniziate al mattino e continueranno oggi e domani. Sono previste delle riprese anche nel vecchio carcere di via Pilati, poi la troupe si sposterà a Madonna di Campiglio dove resterà una settimana per ricostruire le vicende del 5 giugno 1999. Nel film verrà ricostruito anche il coinvolgimento della camorra, ma il regista, Domenico Ciolfi, vuole raccontare anche la vita di un uomo. «La parte più intima di Pantani — spiega — quella che di solito siamo meno abituati a leggere sulle cronache. Questo film farà il punto sulle inchieste, in particolare dall’esclusione dal giro per il presunto doping, fino alla morte, che è un altro tasto molto spinoso, avvenuto a Rimini in condizioni ancora tutt’oggi molto ambigue».
Nel film saranno protagonisti anche i giudici trentini che si occuparono della vicenda come Giuseppe Serao e il compianto pm Bruno Giardina. «I giudici trentini saranno protagonisti, verranno ricostruiti i processi che ci furono qui a Trento relativi ai fatti di Madonna di Campiglio, più alcune parti dell’inchiesta riaperta a Rimini sulla morte e poi quella successiva di Forlì, sempre relativa a Madonna di Campiglio». Anche molti attori, spiega Ciolfi, sono trentini. «Rivestono il ruolo dei giudici impegnati, avvocati, testimoni di questa situazione. Il mio obiettivo — continua — è quello di raccontare la storia di un uomo, quello che siamo poco abituati a vedere sulle cronache, nel senso che ci si è fermati al campione che poi è diventato il tossicodipendente. Marco Pantani era molto di più come ognuno di noi, è molto più complessa la persona di quello che sembra. Le inchieste hanno svelato che le circostanze della sua morte e della sua esclusione al giro non sono così chiare». Ciolfi è molto soddisfatto dell’accoglienza che ha trovato in tribunale. «Sono stati eccezionali, ci hanno messo a disposizione gli spazi, sono tutti gentilissimi e molto silenziosi. Siamo venuti più volte qui a Trento per leggere tutti gli atti giudiziari, poi siamo andati a Rimini e Forlì. È un lavoro che va avanti da quattro anni e mezzo, abbiamo raccolto testimonianze di più di cento persone. Devo dire che è il lavoro più accurato nella ricostruzione degli ultimi cinque anni di Pantani, è un film inchiesta perché si sofferma su quello che è emerso dagli atti giudiziari». La pellicola si potrà vedere l’anno prossimo.