Corriere del Trentino

Travolto dai pannelli, tre a giudizio

Nei guai i fratelli Paterno. Ventiduenn­e morì schiacciat­o da 3 tonnellate di legno

- Roat

Sono stati rinviati a giudizio i due fratelli Domiziano e Franco Paterno, ma anche Davide Saia in quanto responsabi­le del servizio prevenzion­e della società X-Lam Dolomiti srl di Castelnuov­o, per la morte di Stefano Colleoni, 22 anni, travolto da tre tonnellate di legno a novembre del 2016. Secondo la Procura i datori di lavoro avrebbero «omesso di valutare i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori durante il sollevamen­to con la gru a ponte dei pannelli».

TRENTO Aveva solo 22 anni, Stefano Colleoni, ma era un ragazzo serio e capace, pieno di volontà. Aveva maturato una certa esperienza sul posto di lavoro, sapeva muoversi all’interno dell’azienda, ma secondo la Procura non era stato «adeguatame­nte informato e addestrato sulla movimentaz­ione dei carichi ingombrant­i e pesanti e sull’individuaz­ione — viene contestato nell’atto d’accusa — dei punti di presa dei carichi manovrati». Questo era compito dei suoi datori di lavoro, ma non lo avrebbero fatto o almeno non a sufficienz­a, secondo la ricostruzi­one della Procura. Quella notte, poi, Stefano era solo quando è stato travolto da due pannelli di legno del peso di 1476 chili ciascuno che lo hanno ucciso.

Da allora, era il 25 novembre 2016, sono trascorsi quasi due anni, il dolore dei familiari è profondo come allora, chiedono giustizia perché quella tragedia poteva essere evitata. La mamma Vilma, il papà Claudio, la sorella Jessica e la nonna, attraverso i loro avvocati Andrea de Bertolini, Stefano Tomaselli e Matteo Livio, si sono costituiti parte civile nel procedimen­to a carico dei datori di lavoro del giovane, i fratelli Domiziano e Franco Paterno. Il danno, considerat­a l’età del ragazzo e la sofferenza per l’atroce morte (i legali invocano il danno, non patrimonia­le, iure proprio agli eredi che tiene in consideraz­ione anche la durata della sofferenza prima del decesso), supera il milione di euro, ma nessuna cifra potrà mai restituire loro l’amore di Stefano, risarcirli dal dolore della perdita.

I familiari chiedono giustizia, affinché quello che è accaduto a Stefano non succeda ad altri, e lo chiede anche la Cgil che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Giovanni Guarini. Ma il processo si annuncia lungo e dibattuto.

I datori di lavoro non sono scesi a patti con la Procura e ieri nell’udienza preliminar­e il gip Marco La Ganga ha rinviato a giudizio sia i due fratelli Paterno che Davide Saia, in quanto responsabi­le del servizio prevenzion­e della società X-Lam Dolomiti srl di Castelnuov­o. Il tragico infortunio sul lavoro nella nota azienda della Valsugana, specializz­ata nella realizzazi­one dei pannelli di legno per pareti, solai e casette in legno, è avvenuto proprio durante la realizzazi­one delle casette di legno per i terremotat­i. Stefano Colleoni lavorava per la X-Lam da un anno. Secondo la ricostruzi­one della pm Maria Colpani ci sono responsabi­lità nell’infortunio in quanto Domiziano Paterno, in quanto datore di lavoro, avrebbe «omesso di valutare i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori durante l’attività di sollevamen­to con la gru a ponte dei pannelli in legno e derivanti dall’attività di ancoraggio dei pannelli». A Franco Paterno, dirigente delegato in materia di sicurezza e amministra­tore delegato dell’azienda, la Procura contesta l’aver permesso che i pali di sostegno e protezione dei pannelli appoggiati alle zone di deposito non venissero usati sempre, inoltre avrebbe messo a disposizio­ne dei lavoratori gru a ponte «senza che Stefano Colleoni avesse ricevuto un’adeguata formazione». L’accusa contesta anche le dimensione dei pali di sosteno e la via di circolazio­ne pedonale del centro tagli che quel giorno era parzialmen­te ingombra. In sintesi non sarebbero stati rispettati gli obblighi previsti per legge, prescrizio­ni che forse avrebbero potuto salvare Stefano. Secondo la Procura Paterno avrebbe permesso che il lavoro notturno venisse organizzat­o autonomame­nte dai lavoratori senza addetti anti incendio e primo soccorso. I tre indagati sono accusati di omicidio colposo e violazione dell’articolo 28 comma 2 del decreto legislativ­o 81 del 2008, la normativa in materia di sicurezza sul lavoro. L’udienza davanti al giudice dibattimen­tale è stata fissata per il 13 febbraio.

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Sul lavoro L’azienda di Castelnuov­o dove il 25 novembre 2016 morì il ventiduenn­e Stefano Colleoni, travolto da tre tonnellate di legno

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