DALLA PARTE DEL CITTADINO
AMBIENTE Lotta ai pesticidi
Le analisi dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) hanno evidenziato come i pesticidi siano presenti nel 54% delle acque dei fiumi e dei laghi trentini. Gli esiti della ricerca scientifica, condotta su persone residenti in val di Non, raccontano che, analizzando le acque di superficie e sotterranee, gli erbicidi sono le sostanze più presenti, seguiti da insetticidi e fungicidi. Dati davvero allarmanti, soprattutto per quanto riguarda il famigerato glifosato, che è l’erbicida più diffuso al mondo. Chi affronta in Trentino, con lungimiranza e senso di responsabilità, il tema dei pesticidi non è certamente né contro i contadini né contro l’agricoltura, ma non può non destare viva preoccupazione che tracce di questi veleni siano stati trovati anche in persone non collegate direttamente al loro utilizzo. I medici per l’ambiente spiegano come la presenza nel Dna umano crei una rottura del genoma, inibendone successivamente la ricostruzione e obbligando la cellula a riprodursi in modo sbagliato. Dunque il rischio di future
malattie degenerative o di tumori è piuttosto elevato. Nei mesi scorsi, l’attenzione dei media ha posto in rilievo il triste primato del Trentino AltoAdige, cuore della produzione frutticola nazionale con oltre il 70% della produzione nazionale di mele, per quanto attiene l’utilizzo di fitofarmaci, meglio noti come pesticidi. L’Ispra, che risponde al ministero dell’Ambiente,
registra che da noi si utilizzano più di 40 chili di pesticidi per ettaro, contro i 9 utilizzati a livello nazionale. È purtroppo provato che il famigerato pesticida chlorpirifos etil, che anche in Trentino ci si ostina ancora a usare, viene rinvenuto nella polvere delle abitazione poste vicino alle coltivazioni, nell’urina, anche nei periodi di non trattamento,
nel latte delle mamme e persino nei cordoni ombelicali dei bambini, gravidi di veleno. Bandito in Usa ma consigliato da noi anche dalla Fondazione Mach contro la psilla del melo, vettore degli scopazzi, è neurotossico, teratogeno e mutageno. Parole difficili per dire che è incredibilmente dannoso per la salute. Ed è stato rinvenuto in quantità significative
e pericolose nelle acque dei torrenti e dei fiumi. Dunque non è più sufficiente sostenere l’agricoltura integrata, che non garantisce nessuno, bisogna fare di più e meglio. Vogliamo un «Trentino free testicidi», che investa sulla salute di tutti e sulla qualità dei prodotti agricoli.
Lucia Coppola, candidata di Futura 2018