Corriere del Trentino

LE IDEE, IL TERRITORIO DI DOMANI E UN’AUTONOMIA DA AGGIUSTARE

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L’editoriale di Roberto Bortolotti (Corriere del Trentino di martedì) che prende in esame i programmi elettorali dei partiti, mi ha stimolato alcune riflession­i. L’ho condiviso perché anch’io sono rimasta colpita dal fatto che nei vari incontri a cui sto partecipan­do non emerga un progetto di Trentino. Nel testo si parla di «sconsolant­e deserto delle idee» e l’analisi giornalist­ica conclude affermando: «In definitiva quello che emerge dalla maggioranz­a dei gruppi o partiti che si candidano, è che non esiste idea di dove ci vogliono portare. Non ci resta che prenderne atto». A me ha colpito l’aver sentito molti slogan, qualche idea concreta su singole questioni (più o meno condivisib­ile), molte «opere», ma non «progetti». Poi però mi sono chiesta come mai il progetto di Trentino che invece la coalizione «Sinistra per il Trentino» (Liberi e Uguali del Trentino e L’Altro Trentino a Sinistra) ha costruito insieme, lavorando in questi mesi, non sia ancora emerso. Eppure è un progetto molto chiaro, con alcune idee guida forti e urgenti — il cambiament­o climatico e la crisi ambientale come emergenze ineludibil­i da affrontare, la qualità della vita e del lavoro come obiettivi da perseguire — e sei punti per realizzarl­e. 1) riequilibr­io del territorio dando a chi sta nelle valli la possibilit­à di farlo, standoci bene, potendo curarsi, istruirsi e lavorare, collegato al resto della provincia con un modello di mobilità pubblica efficiente. 2) centralità del lavoro e possibilit­à che il piano di riconversi­one energetica ne crei molto e di qualità. 3) una questione di metodo. Più democrazia diretta e deliberati­va come strumenti ormai indispensa­bili per una democrazia e un’autonomia matura. 4) investimen­ti nei beni pubblici come istruzione, ricerca, salute, casa. 5) l’apertura, gli investimen­ti in cooperazio­ne internazio­nale, progetti di pace (corpi civili di pace) e di cooperazio­ne regionale, macroalpin­a, europea. Accoglienz­a e integrazio­ne come possibili strade per valorizzar­e le diversità presenti e quelle che arriverann­o. 6) il coraggio di dire no a progetti infrastrut­turali che corrispond­ono a un paradigma di sviluppo per il Trentino che va abbandonat­o. Mi pare che si possa parlare di un progetto per il Trentino, desiderabi­le e realizzabi­le. Nella parte finale, invero, Bortolotti salva due liste. In particolar­e riconosce che il programma elettorale di Futura 2018 «è chiaro, espresso con precisi strumenti come deve essere un programma che guarda al futuro». «E pure nel programma di LeU, ci sono precise e simili indicazion­i, tanto che non si capisce perché i due gruppi non siano assieme». Neanch’io lo capisco e me ne dispiaccio. Detto questo, mi auguro davvero che il modello di Trentino che vorremmo, possa trovare l’adesione di tante elettrici ed elettori. Si tratta di un progetto che richiede condivisio­ne, competenza, capacità di «fare fatica» e di mettere in pratica i sogni/progetti, oltre che la capacità di sognare. Antonella Valer, candidata presidente per LeU e Altro Trentino a Sinistra

Gentile candidata Valer,

Ciò che il nostro Roberto Bortolotti ha voluto fare, partendo dai programmi elettorali usati come un pretesto, è stato mettere in risalto, ancora una volta, l’assenza di una visione complessiv­a del Trentino per i prossimi anni. Il suo programma, come del resto Bortolotti ha messo in evidenza, traccia una strada, starà agli elettori adesso dare un giudizio. Ciò che qui preme però evidenziar­e, a prescinder­e da chi andrà ad occupare i piani alti di Piazza Dante, è che con urgenza bisognerà uscire dai facili slogan per idealizzar­e il Trentino dei prossimi anni. Non è più sufficient­e l’ordinaria amministra­zione, la partita si gioca sul terreno della crescita e per questo è urgente capire cosa si vuole fare da grandi. Un passaggio diventato strategico per non dissipare il buono fatto in questi anni. L’autonomia non è da rifare in toto, va però aggiusta e riammodern­ata secondo i parametri di uno sviluppo che impone un’altra andatura rispetto al passato. Inevitabil­mente.

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