Corriere del Trentino

Concato, cantautore poeta: metto in musica le emozioni

Il cantautore martedì in concerto a Pergine

- Nappi

Fabio Concato arriva martedì al Teatro Comunale di Pergine, Trento (ore 20.45) per il primo appuntamen­to stagionale dedicato alla musica d’autore. Il cantautore milanese sarà accompagna­to da Larry Tomassini (chitarre) e Ornella D’Urbano (pianoforte e tastiere) in un live acustico che ripercorre una carriera lunga ormai quarant’anni. Dall’esordio nel 1977 con «Storie di Sempre» al grande successo di «Domenica bestiale» e «Fiore di Maggio» nella prima metà degli anni ‘80, Concato si è affermato come il cantautore della poesia e delle piccole cose. In realtà non ha mai smesso di raccontare la realtà indignando­si anche con canzoni forti come «051/222525», che tratta il tema della violenza sui minori, e «Oltre il giardino» sul dramma della perdita del lavoro. Concato torna in Trentino Alto Adige dopo il successo dell’ultima apparizion­e bolzanina nel 2017.

Quanto conta l’affiatamen­to artistico e umano con i musicisti che la accompagna­no?

«Moltissimo. Da qualche decennio a questa parte per me sul palco conta quasi di più l’aspetto umano che tecnico. Nel caso di Larry e Ornella si tratta di due musicisti bravi e talentuosi che sono anche degli amici. In tour stiamo insieme per giornate e settimane, quindi è fondamenta­le l’intesa: se stai bene questo si riflette anche sul palco».

L’intesa con la band favorisce anche il dialogo con il pubblico dal palco?

«Certamente. Propongo uno spettacolo intimo e verace: senza spine, fili e con gli amplificat­ori al minimo. Il repertorio va dagli inizi fino al mio ultimo album del 2012 «Tutto qua», quindi sono quasi quarant’anni: mi piace raccontarm­i davanti al pubblico, gli aneddoti sono tanti e ogni sera è diverso».

Nella sua discografi­a non ha mai smesso di prendere posizione: ha trovato spunti nei recenti fatti di cronaca e di politica?

«Sono anni tristi, per qualcuno anche disperati. Ci sono duecento problemi e duemila associazio­ni e non escludo di impegnarmi in qualcosa di diverso dalla musica. Impegnarmi con Telefono Azzurro è stato giusto perchè la musica ha il potere di passare dal cuore prima che dal cervello e arriva alla gente molto prima di tanti dibattiti e tavole rotonde. Ora penso alla violenza contro le donne ma anche alle condizioni disperate in cui versa il Pianeta: avrei problemi a scegliere».

Il nuovo disco

«Sto lavorando in studio per uscire l’anno prossimo con il prossimo album»

C’è del materiale nuovo che bolle in pentola?

«Sì ho ripreso a scrivere e sto lavorando in studio per uscire l’anno prossimo con un nuovo disco di brani inediti».

In «Tutto qua» ha affrontato il tema dei migranti e del diverso

«Quella canzone è ancora urgente, con leggerezza mi chiedevo se non fosse venuto il momento di smetterla di giudicare e metterci nei panni di quelle persone che vediamo ogni giorno. Il problema c’è ma a cosa serve puntare il dito?»

Sta per ricorrere il trentennal­e di «Giannutri», uno dei suoi dischi più amati: ha pensato di celebrare questo anniversar­io?

«Mi piacerebbe riprenderl­o in mano più che celebrarlo. Se lo dovessi rifare adesso metterei più in primo piano la voce. È stato un disco importante anche solo per la produzione internazio­nale di Phil Ramone: credo di aver imparato più in un mese in studio con lui che nel resto della mia carriera. Poi ero accompagna­to da musicisti eccezional­i come Carlo Gargioni e Massimo Luca».

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