La Sat richiama la politica «Riflettere sullo sviluppo»
Sat, la presidente Facchini ai politici: serve una riflessione sui modelli di sviluppo
Cambiamenti climatici, risorsa idrica, ma anche maleducazione crescente in montagna e Translagorai. Affronta più di un problema la presidente Sat Anna Facchini, che al prossimo governo provinciale chiede una riflessione su «modelli di sviluppo integrato, che tengano conto di tutti i rischi».
TRENTO Parla dei rischi legati ai cambiamenti climatici e di risorsa idrica. Ma a stagione estiva ormai definitivamente chiusa, Anna Facchini riflette su un fenomeno che, negli ultimi anni, ha raggiunto anche la montagna. Destando più di una preoccupazione. «I nostri rifugisti — spiega la presidente della Sat — ci raccontano di una maleducazione crescente verso la montagna». Un atteggiamento che passa da richieste che nulla hanno a che vedere con le strutture ad alta quota fino a modelli pubblicitari che non corrispondono alla realtà. E a pochi giorni dalle elezioni provinciali, Facchini rivolge lo sguardo anche alle forze politiche. Invocando un ragionamento su un modello di sviluppo integrato.
Presidente Facchini, partiamo però dal tema che sta infiammando il dibattito: la Translagorai. Dopo la presentazione del documento della Sat sul progetto, in rete c’è chi chiede di stracciare le tessere o di non rinnovarle. Cosa risponde?
«Francamente queste reazioni del “dopo” mi lasciano indifferente. Chi era interessato al progetto, socio o non socio, ha avuto tutto il tempo per informarsi. Qualcuno mi sollecita a intervenire nuovamente ma non credo lo farò prima del 21 ottobre. Credo che in questa vicenda ci sia stata veramente una spinta
strumentale in senso elettoralistico molto forte».
Ha citato il 21 ottobre: Sat rappresenta una fetta importante di trentini. Dal punto di vista di tutela ambientale e della montagna, cosa si aspetta il sodalizio dal nuovo governo provinciale?
«Se è vero che stiamo promuovendo il Trentino anche per le sue peculiarità naturali e ambientali, è indispensabile un ragionamento su modelli di sviluppo integrato, che tengano conto dei rischi che abbiamo di fronte». Quali rischi?
«Mi riferisco in particolare ai cambiamenti climatici in atto. L’autunno caldo che stiamo vivendo ci può fare felici per quanto riguarda le temperature, ma questo nasconde problemi di approvvigionamento idrico. Senza contare le conseguenze su settori strategici come agricoltura e turismo. Ma oggi, personalmente, non vedo nell’agenda politica una riflessione che abbia alla base questo tema, che considero prioritario».
Un ragionamento, il suo, che si avvicina a quello di Roberto Barbiero, uno degli esperti del gruppo «Vota per il clima», secondo il quale la questione del cambiamento climatico è strettamente correlata ad altri temi. Dalla sicurezza al turismo.
«È così. Questa estremizzazione degli eventi va considerata. Io abito a Moena e lo so bene. Il nostro territorio è stato difeso anche tenendo conto della gravità di questi fenomeni, che saranno sempre più frequenti». La risorsa idrica, si diceva: un bene prezioso per i rifugi.
«Quest’estate alcuni rifugi hanno dovuto ridurre i servizi proprio per la carenza di acqua: come affrontare questo problema sarà una delle sfide della nostra commissione». Il bilancio estivo è stato comunque positivo?
«Settembre ha permesso di recuperare sulle presenze. Anche se l’aumento della frequentazione porta con sé un fenomeno preoccupante e in crescita: ho sentito parlare di maleducazione verso la montagna. C’è chi pretende servizi che il rifugio non può offrire e poi magari ne rimane deluso e chi si porta dietro modelli come la malga di Heidi o il resort a 4 stelle. È comunque una questione culturale».
Nel suo documento sulla Traslagorai ha parlato del problema delle e-bike. È davvero preoccupante?
«Sat ha già affrontato il tema delle mountain bike, con problemi di sicurezza e di manutenzione dei sentieri. La diffusione dell’e-bike ha ingigantito la questione: non a caso stiamo pensando di riproporre per il 2019 una giornata di sensibilizzazione».
Lupi e orsi: qual è la posizione della Sat?
«Nel 2013 avevamo fatto un documento di indirizzo sull’orso, dove avevamo affrontato anche il nodo degli orsi problematici. Un documento che la commissione pensa di rinnovare».
Quali sono invece le azioni sulle quali si sta impegnando nel sodalizio?
«Abbiamo avviato un programma di ascolto. Abbiamo inoltre deciso di istituire tre nuove commissioni: una sulla scuola, una per la comunicazione e una amministrativo-legale. Vogliamo infine avere un rapporto più stretto con le sezioni».