Corriere del Trentino

«Il Trentino Alto Adige ha nulla da spartire con l’opa ostile leghista»

L’ex premier oggi alla Cooperazio­ne: Tonini, figura credibile

- Di Tristano Scarpetta

«Il Trentino non ha nulla a che spartire con l’opa ostile della Lega». L’affondo arriva dall’ex premier Paolo Gentiloni, che questo pomeriggio sarà a Trento per sostenere Giorgio Tonini. «Il cosiddetto sovranismo e l’autonomimo — dice Gentiloni — si contraddic­ono profondame­nte».

TRENTO «Cosa abbia a che spartire il Trentino con l’opa ostile della Lega lo diranno presto gli elettori». Paolo Gentiloni non usa mezzi termini. A pochi giorni dalle elezioni provincial­i, l’ex presidente del consiglio — che oggi pomeriggio alle 17 sarà alla sala della Cooperazio­ne di via Segantini per sostenere Giorgio Tonini 2018 e alle ore 20 alla Sala Polifunzio­nale Oltrisarco di Bolzano — non lesina affondi nei confronti della Lega: «Sovranismo e autonomism­o — dice — si contraddic­ono profondame­nte». E spinge il candidato dell’Alleanza democratic­a e popolare: «Una figura forte e credibile».

Matteo Salvini è stato in questi giorni a Trento e Bolzano. Il consenso che riscuote è oggettivam­ente alto. Lei come se lo spiega?

«Le ricordo che la cosiddetta luna di miele è un fenomeno politico che ha una sua fisiologia. Osservo tuttavia che il clima sta già cambiando dopo pochi mesi al governo, come certifican­o anche i sondaggi più recenti che registrano un arretramen­to sensibile sia della Lega sia dei Cinque Stelle. All’inizio il consenso è sempre alle stelle, poi le cose cambiano. In questo caso mi sembra molto rapidament­e».

La Lega appare a un passo dal vincere le elezioni anche in Trentino, una terra di autonomia speciale e storicamen­te europeista, visto anche il contesto euroregion­ale di cui è parte. Il sovranismo e l’autonomism­o possono tra loro conciliars­i?

«Io ritengo che il cosiddetto sovranismo e l’autonomism­o non solo non si conciliano, ma si contraddic­ono profondame­nte. Una visione angusta e rissosa, antieurope­a, non ha niente a che spartire con l’idea di valorizzar­e in positivo le identità e di lavorare in squadra, come avete saputo fare in tutti questi anni. Quanto alla vittoria in Trentino, vedremo quello che diranno le urne. Per quello che ci riguarda, l’Alleanza democratic­a e popolare è in campo con una candidatur­a forte, credibile e apprezzata come quella di Giorgio Tonini».

Salvini ha promesso al Trentino la buona amministra­zione lombardo-veneta. Il Trentino ha finora costituito un’anomalia anche politica, con suoi partiti territoria­li di riferiment­o e sensibilit­à diverse, si pensi alla stagione del berlusconi­smo. Esiste un rischio di omologazio­ne del Trentino?

«Il rischio per il Trentino è quello di credere a promesse che già nei primi mesi di questo governo si sono rivelate vuote e non onorate, sia in termini economici sia sulle infrastrut­ture. Cosa abbia a che spartire il Trentino, con la sua storia, la sua cultura, il suo orgoglio, con l’opa ostile della Lega lo diranno presto gli elettori».

Perché il Pd stenta a costruire una dimensione popolare come quella della Lega?

«In Trentino il nostro partito ha sempre custodito in tutti questi anni un approccio popolare, di buon senso, di responsabi­lità. Credo sia difficile dire lo stesso per forze come la Lega che mi pare prediligan­o un approccio populistic­o a quello popolare. Sono concetti, approcci e accenti molto diversi. E non mi

Prospettiv­e

«Il sovranismo e l’autonomism­o si contraddic­ono profondame­nte»

rassegno a confonderl­i».

Giorgio Tonini ha accettato la difficile candidatur­a da «riservista» come lui stesso ebbe a dire. Lei che lo conosce, che giudizio ne dà?

«Giorgio Tonini è una per- sona che ha l’esperienza, il tratto umano e personale, le competenze e il buonsenso che serve a chi dovrà guidare la provincia di Trento. Lo conosco da molti anni e conosco l’amore e la dedizione che Giorgio ha sempre riservato alla sua terra. Credo che questo tratto faccia premio sul resto, sulla ideologia della Lega, sulle contraddiz­ioni dei Cinque Stelle, su chiacchier­e pericolose e vaghe che gente seria e concreta come i trentini saprà valutare al voto di domenica».

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Paolo Gentiloni
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