Lago di Garda, rapina in villa Paura per una bimba di Levico
TRENTO Una notte da incubo per lei e per la sua nipotina di appena sette anni che stava trascorrendo le vacanze di Natale sul lago di Garda. E pensare che, come hanno poi ricostruito i carabinieri della compagnia di Peschiera, è stato il frutto di uno scambio di persona. Perché nel mirino dei due rapinatori senza scrupoli avrebbe dovuto finire una famiglia di ristoratori e non certo la nonnina di 75 anni residente a Cavalcaselle di Castelnuovo e la nipotina di Levico. Una villetta relativamente isolata dove, la notte del 4 gennaio 2017, all’improvviso avevano fatto irruzione due banditi incappucciati.
Erano da poco passate le 22 e l’anziana e la nipotina stavano trascorrendo la serata davanti alla tv in due stanze diverse. All’improvviso la quiete era stata interrotta da un tonfo. Il rumore della porta d’ingresso abbattuta a colpi di mazza. Nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo che la padrona di casa si era ritrovata di fronte i due malviventi: uno armato di mazzetta da muratore e l’altro di pistola. «Dov’è la cassaforte?» avevano iniziato a urlare i due che in breve si erano accorti della presenza della piccola. Per nulla impietositi avevano puntato l’arma contro la bambina, minacciando di ucciderla se la nonna non avesse mostrato loro la cassaforte. Ma l’anziana continuava a tentare di spiegar loro che di casseforti, in quella casa, non ne aveva mai avute. Disperata, si era offerta persino di accompagnarli al bancomat, ma quelli si erano fatti più minacciosi e ansiosi, continuando a domandare quando sarebbero rientrati gli altri parenti «che sono al ristorante». Frasi apparentemente inspiegabili per la povera nonna.
Alla fine, i due avevano deciso di andarsene con i 15 euro trovati nel portafoglio della vittima e un vecchio I-Pad. Ma dopo aver sottratto il cellulare alla donna, le avevano intimato di non uscire: «Qui fuori c’è un nostro complice armato e ti spara se ti vede». Così, dopo aver trascorso una notte con il cuore in gola, la mattina era riuscita a dare l’allarme. Le indagini si erano concentrate da subito sulle impronte trovate all’interno di un guanto dimenticato sul muretto di cinta della villetta. Grazie a una serie di attività investigative, si è poi riusciti a risalire con certezza all’identità di uno dei due banditi: si trattava di Jetmir Kumbulla, albanese di 29 anni residente a Peschiera e già noto ai militari. Da martedì sera è in carcere. Ma le indagini proseguono per cercare di rintracciare anche il complice.
La dinamica
La ragazzina e la nonna sono state sorprese da due malviventi Uno è stato arrestato