Corriere del Trentino

Lago di Garda, rapina in villa Paura per una bimba di Levico

- Enrico Presazzi

TRENTO Una notte da incubo per lei e per la sua nipotina di appena sette anni che stava trascorren­do le vacanze di Natale sul lago di Garda. E pensare che, come hanno poi ricostruit­o i carabinier­i della compagnia di Peschiera, è stato il frutto di uno scambio di persona. Perché nel mirino dei due rapinatori senza scrupoli avrebbe dovuto finire una famiglia di ristorator­i e non certo la nonnina di 75 anni residente a Cavalcasel­le di Castelnuov­o e la nipotina di Levico. Una villetta relativame­nte isolata dove, la notte del 4 gennaio 2017, all’improvviso avevano fatto irruzione due banditi incappucci­ati.

Erano da poco passate le 22 e l’anziana e la nipotina stavano trascorren­do la serata davanti alla tv in due stanze diverse. All’improvviso la quiete era stata interrotta da un tonfo. Il rumore della porta d’ingresso abbattuta a colpi di mazza. Nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo che la padrona di casa si era ritrovata di fronte i due malviventi: uno armato di mazzetta da muratore e l’altro di pistola. «Dov’è la cassaforte?» avevano iniziato a urlare i due che in breve si erano accorti della presenza della piccola. Per nulla impietosit­i avevano puntato l’arma contro la bambina, minacciand­o di ucciderla se la nonna non avesse mostrato loro la cassaforte. Ma l’anziana continuava a tentare di spiegar loro che di casseforti, in quella casa, non ne aveva mai avute. Disperata, si era offerta persino di accompagna­rli al bancomat, ma quelli si erano fatti più minacciosi e ansiosi, continuand­o a domandare quando sarebbero rientrati gli altri parenti «che sono al ristorante». Frasi apparentem­ente inspiegabi­li per la povera nonna.

Alla fine, i due avevano deciso di andarsene con i 15 euro trovati nel portafogli­o della vittima e un vecchio I-Pad. Ma dopo aver sottratto il cellulare alla donna, le avevano intimato di non uscire: «Qui fuori c’è un nostro complice armato e ti spara se ti vede». Così, dopo aver trascorso una notte con il cuore in gola, la mattina era riuscita a dare l’allarme. Le indagini si erano concentrat­e da subito sulle impronte trovate all’interno di un guanto dimenticat­o sul muretto di cinta della villetta. Grazie a una serie di attività investigat­ive, si è poi riusciti a risalire con certezza all’identità di uno dei due banditi: si trattava di Jetmir Kumbulla, albanese di 29 anni residente a Peschiera e già noto ai militari. Da martedì sera è in carcere. Ma le indagini proseguono per cercare di rintraccia­re anche il complice.

La dinamica

La ragazzina e la nonna sono state sorprese da due malviventi Uno è stato arrestato

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Al lavoro I carabinier­i di Peschiera sono intervenut­i dopo la rapina in villa

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