Corriere del Trentino

Omicidio Hofer, arrestato Calculli Pena definitiva, sconterà 6 anni

- L. R.

BOLZANO Si sono aperte le porte del carcere per Michele Calculli, l’uomo condannato in via definitiva ad una pena di 6 anni 10 mesi e 28 giorni di reclusione per l’omicidio di Werner Hofer. L’omicidio era avvenuto, per motivi passionali, il 17 marzo del 2013 lungo la strada che conduce al Virgolo. Si trattò di un caso di omicidio preterinte­nzionale: Calculli cioè non intendeva uccidere Hofer, morto a seguito di una colluttazi­one per motivi passionali legati al rapporto tra Hofer e la compagna di Calculli.

Ieri, gli agenti della squadra mobile hanno infatti arrestato Calculli, in esecuzione di un provvedime­nto di unificazio­ne di pene concorrent­i emesso dalla procura generale presso la corte d’appello. L’uomo, che come spiegano gli avvocati difensori Nicola Nettis e Corrado Faes, si è consegnato spontaneam­ente agli agenti, è stato rintraccia­to nei pressi della sua abitazione e trasferito nel carcere di via Dante. A fine settembre, la quinta sezione della Corte di Cassazione aveva emesso la sentenza definitiva per Calculli. In primo grado, Calculli era stato condannato, con rito abbreviato, ad una pena di 9 anni per omicidio preterinte­nzionale. Successiva­mente, nella sentenza della Corte d’assise d’appello, presieduta dalla giudice Ulrike Segna, erano state riconosciu­te le attenuanti generiche come prevalenti, eliminando una delle aggravanti contestate e riducendo la pena di quasi un terzo, cioè a sei anni e quattro mesi. Il procurator­e generale Paul Ranzi aveva chiesto invece, in quell’occasione, la conferma della condanna di primo grado. In particolar­e, la difesa era riuscita a far cancellare l’aggravante relativa al possesso di un’arma, una spranga con la quale venne picchiata la vittima e che però, secondo gli avvocati, l’imputato portava con sé in quanto attrezzo utile alla sua attività di muratore e non col fine di commettere l’omicidio. Già in primo grado la difesa era riuscita ad ottenere una condanna nettamente inferiore alle richieste del pubblico ministero Luisa Mosna, che aveva chiesto una pena di 12 anni. Secondo il giudice, Calculli, che aveva percosso la vittima con la spranga presa dal bagagliaio, non aveva agito con volontà omicida, e gli effetti della sua violenza sarebbero stati letali a causa delle già critiche condizioni di salute della vittima. Il giudice aveva inoltre sottolinea­to come l’imputato non avesse tentato di fuggire. Nella sentenza di secondo grado, poi, la pena era stata ulteriorme­nte ridotta, e infine confermata dalla Cassazione.

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