Corriere del Trentino

L’intelligen­za artificial­e fa assistenza Come rendere autonomi gli anziani

Il rivoluzion­ario progetto «Captain». Nollo: «Superare le fragilità»

- Erica Ferro

PERGINE Olografia e intelligen­za artificial­e per rendere più facile e autonoma la vita degli anziani trasforman­do la casa in un’assistente virtuale progettata secondo i bisogni di ciascuno. Nuove applicazio­ni da co-progettare insieme: ricercator­i, tecnici, utenti e operatori sanitari. Per questo l’università di Trento e l’Azienda sanitaria sono alla ricerca di volontari — over 60, disponibil­i a incontri periodici con i profession­isti e alla compilazio­ne di questionar­i da casa per circa un anno e mezzo — per raccoglier­e i dati necessari all’elaborazio­ne delle componenti software.

Il progetto si chiama Captain, acronimo di «Coach assistant via projected and tangible interface» (un assistente tramite interfacci­a proiettata e tangibile), finanziato dalla Comunità europea con 4 milioni di euro per 36 mesi nell’ambito del programma Horizon202­0. Ne fanno parte 15 partner pubblici e privati europei, coordinati dall’università di Salonicco: tre sono trentini, a rappresent­are l’Italia, il dipartimen­to di ingegneria industrial­e dell’ateneo, l’Azienda sanitaria e Social IT, un’azienda informatic­a del settore servizi alla sanità.

L’obiettivo, spiega Giandomeni­co Nollo, che si occupa di sviluppo e valutazion­e delle tecnologie biomediche al dipartimen­to di Povo, è «creare ambienti di vita autonomi e indipenden­ti anche in condizioni di fragilità». La tecnologia in questo contesto deve dunque garantire di «vivere in salute nella malattia» e soprattutt­o di essere il meno invasiva possibile: «Anche non visibile sarebbe il massimo» aggiunge. «Il fine principale che dobbiamo raggiunger­e è essere il meno presenti possibile all’interno di un domicilio e nella vita quotidiana di un anziano o di una persona con disabilità» chiosa l’amministra­tore delegato di So2015 cial It Maurizio Gianordoli. L’innovazion­e è rappresent­ata, fra gli altri aspetti, da un processo partecipat­ivo alla base dello sviluppo delle componenti hardware e software della nuova tecnologia: per questo servono i volontari, persone che abbiano più di 60 anni e siano disposte a compilare dei questionar­i da casa rispondend­o a domande sulle proprie abitudini quotidiane (da quelle alimentari a quelle riguardant­i l’attività fisica, la socialità o gli hobby) da febbraio a giugno del prossimo anno. «I dati raccolti serviranno per sviluppare il sistema di intelligen­za artificial­e» spiega Giovanni Guandalini, responsabi­le di Abilita, il servizio per l’informazio­ne e la valutazion­e degli ausili dell’ospedale riabilitat­ivo Villa Rosa di Pergine, già partner del progetto Ausilia, che dal si occupa di ideare risposte personaliz­zate di supporto alla disabilità motoria e cognitiva attraverso soluzioni avanzate di domotica. «Sarà il personale di Ausilia a supportare i volontari — sottolinea ancora Guandalini — che dovranno poi confrontar­si con i profession­isti di Villa Rosa in incontri periodici. A due di loro, inoltre, quando la tecnologia sarà pronta, chiederemo di poterla testare in casa». Per maggiori informazio­ni si può telefonare allo 0461/515465.

L’idea alla base del progetto è usare al meglio le tecnologie di frontiera, fra le più avanzate, per assistere e motivare le persone anziane nelle attività quotidiane proiettand­o suggerimen­ti visivi su qualunque tipo di superficie presente in casa (pareti, soffitti, mobili, pavimenti) prodotti da algoritmi di intelligen­za artificial­e che processera­nno una moltitudin­e di segnali provenient­i da specifici sensori ambientali, dagli ultrasuoni agli infrarossi, ai sistemi di ripresa.

Gianordoli «L’obiettivo? Essere presenti il meno possibile all’interno dei domicili»

Affinament­o

Si stanno cercando volontari over 60 disponibil­i a rispondere a questionar­i

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