L’intelligenza artificiale fa assistenza Come rendere autonomi gli anziani
Il rivoluzionario progetto «Captain». Nollo: «Superare le fragilità»
PERGINE Olografia e intelligenza artificiale per rendere più facile e autonoma la vita degli anziani trasformando la casa in un’assistente virtuale progettata secondo i bisogni di ciascuno. Nuove applicazioni da co-progettare insieme: ricercatori, tecnici, utenti e operatori sanitari. Per questo l’università di Trento e l’Azienda sanitaria sono alla ricerca di volontari — over 60, disponibili a incontri periodici con i professionisti e alla compilazione di questionari da casa per circa un anno e mezzo — per raccogliere i dati necessari all’elaborazione delle componenti software.
Il progetto si chiama Captain, acronimo di «Coach assistant via projected and tangible interface» (un assistente tramite interfaccia proiettata e tangibile), finanziato dalla Comunità europea con 4 milioni di euro per 36 mesi nell’ambito del programma Horizon2020. Ne fanno parte 15 partner pubblici e privati europei, coordinati dall’università di Salonicco: tre sono trentini, a rappresentare l’Italia, il dipartimento di ingegneria industriale dell’ateneo, l’Azienda sanitaria e Social IT, un’azienda informatica del settore servizi alla sanità.
L’obiettivo, spiega Giandomenico Nollo, che si occupa di sviluppo e valutazione delle tecnologie biomediche al dipartimento di Povo, è «creare ambienti di vita autonomi e indipendenti anche in condizioni di fragilità». La tecnologia in questo contesto deve dunque garantire di «vivere in salute nella malattia» e soprattutto di essere il meno invasiva possibile: «Anche non visibile sarebbe il massimo» aggiunge. «Il fine principale che dobbiamo raggiungere è essere il meno presenti possibile all’interno di un domicilio e nella vita quotidiana di un anziano o di una persona con disabilità» chiosa l’amministratore delegato di So2015 cial It Maurizio Gianordoli. L’innovazione è rappresentata, fra gli altri aspetti, da un processo partecipativo alla base dello sviluppo delle componenti hardware e software della nuova tecnologia: per questo servono i volontari, persone che abbiano più di 60 anni e siano disposte a compilare dei questionari da casa rispondendo a domande sulle proprie abitudini quotidiane (da quelle alimentari a quelle riguardanti l’attività fisica, la socialità o gli hobby) da febbraio a giugno del prossimo anno. «I dati raccolti serviranno per sviluppare il sistema di intelligenza artificiale» spiega Giovanni Guandalini, responsabile di Abilita, il servizio per l’informazione e la valutazione degli ausili dell’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine, già partner del progetto Ausilia, che dal si occupa di ideare risposte personalizzate di supporto alla disabilità motoria e cognitiva attraverso soluzioni avanzate di domotica. «Sarà il personale di Ausilia a supportare i volontari — sottolinea ancora Guandalini — che dovranno poi confrontarsi con i professionisti di Villa Rosa in incontri periodici. A due di loro, inoltre, quando la tecnologia sarà pronta, chiederemo di poterla testare in casa». Per maggiori informazioni si può telefonare allo 0461/515465.
L’idea alla base del progetto è usare al meglio le tecnologie di frontiera, fra le più avanzate, per assistere e motivare le persone anziane nelle attività quotidiane proiettando suggerimenti visivi su qualunque tipo di superficie presente in casa (pareti, soffitti, mobili, pavimenti) prodotti da algoritmi di intelligenza artificiale che processeranno una moltitudine di segnali provenienti da specifici sensori ambientali, dagli ultrasuoni agli infrarossi, ai sistemi di ripresa.
Gianordoli «L’obiettivo? Essere presenti il meno possibile all’interno dei domicili»
Affinamento
Si stanno cercando volontari over 60 disponibili a rispondere a questionari