Corriere del Trentino

Raggirano zia e cugino, coppia a processo

A processo marito e moglie. La «guerra» tra gli eredi finisce in tribunale

- Dafne Roat © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È approdata in Tribunale la battaglia tra gli eredi di due anziani. La nipote e il marito sono accusati di aver circuito un’anziana zia e un cugino e di essersi appropriat­i di 549.743 euro. La coppia è a processo. Gli altri eredi chiedono 800.000 euro di danni.

TRENTO Due verità diametralm­ente opposte, un patrimonio importante e oltre mezzo milione di euro finito nelle tasche di uno solo degli eredi. Storie di famiglia e di eredità, l’anziana ricca zia che lascia i suoi averi a una sola nipote, forse quella preferita, con un’unica prescrizio­ne: dovrà prendersi cura anche dell’anziano cugino per tutta la vita. La zia lo avrebbe scritto nero su bianco in un testamento, ma gli altri eredi sostengono di non averlo mai visto.

Poi c’è la giustizia, chiamata a decidere su chi ha ragione, ma non solo sul piano civile. C’è molto di più, perché la nipote «prediletta», o meglio quella accusata di essersi intascata il denaro, insieme al marito è imputata per circonvenz­ione d’incapace. Contro di loro c’è una denuncia dettagliat­issima presentata da una parente, un’altra nipote, poi nominata amministra­trice di sostegno dell’anziano zio che oggi ha 90 anni, nonché cugino dell’imputata, insieme ad altri due parenti, nella quale avrebbe ricostruit­o tutte le uscite dai conti correnti dei due anziani: bonifici, assegni indirizzat­i al marito della nipote a processo. Non piccole somme, ma cifre consistent­i come l’assegno indirizzat­o al marito della nipote dell’8 aprile 2011 di ben 720.000 euro. È solo un esempio. Nella denuncia si parla di una movimentaz­ione di titoli, dal 2011 al 2015, per 870.271 euro, prelievi per 21.040 euro e bonifici per altri 267.106 euro. Il danno totale, stimato dai tre eredi, costituiti parte civile, ammonta a 800.000 euro.

La vicenda è piuttosto complicata e nasce da una battaglia tra eredi iniziata dopo la morte della ricca zia di Trento nel 2015. La coppia, difesa dagli avvocati Elena Biaggioni e Mario Murgo, rivendica il proprio diritto a gestire anche il patrimonio dell’anziano cugino in forza del testamento lasciato dalla zia. Ma quel testamento, secondo gli altri eredi, non ci sarebbe mai stato. Da qui sarebbe partita una segnalazio­ne al giudice tutelare, che avrebbe poi nominato amministra­tore di sostegno dell’anziano un’altra nipote, e la denuncia penale. Secondo la ricostruzi­one del pm Carmine Russo la coppia avrebbe circuito i due anziani, facendo firmare delle procure per operare sui conti e incassare i canoni derivanti dall’affitto degli appartamen­ti. In totale la coppia avrebbe trasferito sui propri conti 1 milione 131.266 euro, più 54.909 euro ricavati dai canoni. Ma i due coniugi non avrebbero trattenuto tutto per se stessi. Avrebbero speso 643.431 euro per il mantenimen­to dei due anziani e le rette presso una casa di riposo privata. In sintesi per la Procura i due avrebbero trattenuto 549.743 euro. Secondo la difesa, che respinge con forza le accuse, non ci sarebbe alcuna circonvenz­ione d’incapace, in realtà la coppia avrebbe agito solo seguendo il desiderio dell’anziana zia che aveva chiesto alla nipote di poter essere messa in una casa di riposo, peraltro privata e quindi molto costosa, insieme al nipote e così avrebbe fatto. Ma gli atri eredi, che si sono rivolti all’avvocato Giuliano Valer, sono pronti a dare battaglia. L’udienza, iniziata nei giorni scorsi, è stata rinviata. Il giudice Giuseppe Serao ha ammesso la perizia chiesta dagli avvocati.

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Il dramma Una bella foto della giovane infermiera Giordana Zini

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