No al Tunnel
Le affermazioni relative al tunnel del Brennero fatte l’altro giorno dal ministro pentastellato Riccardo Fraccaro hanno sollevato le nette prese di posizione di chi ha governato fino a ieri l’Italia come l’ex ministro Delrio e di chi governa attualmente le province di Trento e Bolzano. Tutti questi signori che, chiedendo al ministro Fraccaro sulla base di che cosa abbia affermato la necessità di fermare la costruzione del tunnel, lo accusano di «ignoranza» hanno sempre snobbato e ignorato la mole di dati che fin qui il movimento «No Tav» ha fornito per dimostrare l’insostenibilità dell’opera. A partire dal movimento nato contro la Torino-Lione in val di Susa, infatti, la contrarietà alle grandi opere si è basata non solo su un approccio diverso e non mercificante nei confronti dell’ambiente, ma anche su dati oggettivi che dimostravano come le strutture ferroviarie esistenti fossero largamente sottoutilizzate. Per questo il movimento sosteneva la possibilità di far fronte alle esigenze reali intervenendo sulle linee ferroviarie esistenti al fine di migliorarne l’efficienza, con evidenti minori
spese per la collettività. Purtroppo questi signori dimostrano ancora una volta di essere più sensibili agli interessi delle lobby economiche anziché a quelli della collettività e lo stesso
discorso vale per l’alleato di governo del M5s. D’altra parte è risaputo che anche la Lega è legata a filo doppio a determinati interessi. Inutile sottolineare la nota posizione favorevole alla
Valdastico. Alcuni commentatori hanno lasciato intendere che quella del ministro sia stata una affermazione elettorale, preferisco pensare invece che costituisca un elemento sano
del M5s e che i movimenti debbano far sì che essa si traduca in impegni concreti. Solo così si potrà capire quanto siano sincere o meno tali dichiarazioni.