Corriere del Trentino

No al Tunnel

- Walter Ferrari, SEVIGNANO

Le affermazio­ni relative al tunnel del Brennero fatte l’altro giorno dal ministro pentastell­ato Riccardo Fraccaro hanno sollevato le nette prese di posizione di chi ha governato fino a ieri l’Italia come l’ex ministro Delrio e di chi governa attualment­e le province di Trento e Bolzano. Tutti questi signori che, chiedendo al ministro Fraccaro sulla base di che cosa abbia affermato la necessità di fermare la costruzion­e del tunnel, lo accusano di «ignoranza» hanno sempre snobbato e ignorato la mole di dati che fin qui il movimento «No Tav» ha fornito per dimostrare l’insostenib­ilità dell’opera. A partire dal movimento nato contro la Torino-Lione in val di Susa, infatti, la contrariet­à alle grandi opere si è basata non solo su un approccio diverso e non mercifican­te nei confronti dell’ambiente, ma anche su dati oggettivi che dimostrava­no come le strutture ferroviari­e esistenti fossero largamente sottoutili­zzate. Per questo il movimento sosteneva la possibilit­à di far fronte alle esigenze reali intervenen­do sulle linee ferroviari­e esistenti al fine di migliorarn­e l’efficienza, con evidenti minori

spese per la collettivi­tà. Purtroppo questi signori dimostrano ancora una volta di essere più sensibili agli interessi delle lobby economiche anziché a quelli della collettivi­tà e lo stesso

discorso vale per l’alleato di governo del M5s. D’altra parte è risaputo che anche la Lega è legata a filo doppio a determinat­i interessi. Inutile sottolinea­re la nota posizione favorevole alla

Valdastico. Alcuni commentato­ri hanno lasciato intendere che quella del ministro sia stata una affermazio­ne elettorale, preferisco pensare invece che costituisc­a un elemento sano

del M5s e che i movimenti debbano far sì che essa si traduca in impegni concreti. Solo così si potrà capire quanto siano sincere o meno tali dichiarazi­oni.

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