Mercato del legno Impennata nella produzione
Tomasi: «Ciò che non sarà giudicato di pregio diventerà legna da ardere»
Gli alberi sradicati dalle trombe d’aria diventeranno legna da ardere, legname pregiato, cippato. «Tutto ciò che non sarà giudicato di pregio diventerà legna da ardere» dice Maria Cristia Tomasi della Camera di Commercio.
TRENTO Le trombe d’aria hanno sradicato alberi per decine di migliaia di metri cubi di legname. Cosa ne sarà? Diventerà legna da ardere, legname pregiato, cippato. Alimenterà tutta la filiera del legno che, terminato l’inverno, vedrà un’impennata non voluta di materia prima disponibile.
Il comparto sul mercato sta va andando bene, soprattutto da quando è stato regolamentato il commercio proveniente dall’estero, quello a basso costo senza controlli e certificati. «Quest’anno c’è davvero tanto lavoro — conferma Marco Bernadinatti, imprenditore agricolo della Valsugana — Si è fermato il commercio indiscriminato e la gente compra legna locale. Nelle ultime settimane stavamo facendo due tre consegne al giorno e il telefono continuava a squillare. Faticavamo perfino ad accontentare tutti». Bernardinatti segue tutta la filiera, è un boscaiolo. Ora, con il disastro che si abbattuto sul Trentino, è impegnato a liberare le strade dagli alberi caduti, a mettere in sicurezza rami e tronchi pericolanti. «Ammassiamo il legname lungo le strade — prosegue — lo spostiamo nei depositi o nei piazzali, quello che ne sarà dopo di tutta questa legna ce lo diranno». Le prime stime, solo in Valsugana, nella zona Pinè-Pergine-Valle dei Mocheni, sono impressionanti: la tempesta avrebbe abbattuto oltre 300 ettari di bosco, qualcosa come 70 mila metri cubi di legname.
Il Trentino che ha già una filiera primaria e di qualità, ora si troverà con un ingente quanto inatteso quantitativo di legna che presto arriverà sul mercato. «Tutto ciò che non potrà essere venduto come legno di pregio diventerà legna da ardere — conferma Maria Cristina Tomasi, responsabile promozione territorio della Camera di commercio di Trento — Il 76% dei boschi è di proprietà pubblica, appartiene a Asuc e Comuni e a loro spetterà venderla tramite asta pubblica o attraverso il sito della Camera di commercio che fa incontrare domanda e offerta anche attraverso vendite on line». Insomma c’è da prepararsi a un surplus di produzione, i conti con il mercato si faranno il prossimo anno. «Andiamo incontro all’inverno e gli alberi abbattuti potranno essere tolti senza affanno — dice ancora Tomasi — Il freddo e la neve conserveranno il legname, discorso diverso se fossimo stati in estate, perché con il caldo c’era un maggiore pericolo di malattie e marciumi». Di certo, interi boschi non ci sono più.