Giunta, si cambia Sacrificato Biasioli «Sono deluso, la lealtà non paga»
Rimpasto con Bungaro e Salizzoni. Panetta presidente dell’Aula
Fuori Paolo Biasioli, entrano Corrado Bungaro e Alberto Salizzoni. Questo il rimpasto di giunta deciso dal sindaco Alessandro Andreatta, che ha scelto Mariachiara Franzoia come sua vice. Deluso Biasioli: «La lealtà e la competenza non pagano».
TRENTO Tutto come previsto. O quasi: nel suo terzo rimpasto di giunta dal 2015, il sindaco Alessandro Andreatta non si discosta di molto dalle indiscrezioni circolate in questi giorni, sacrificando il suo vice Paolo Biasioli per premiare Corrado Bungaro e Alberto Salizzoni di Insieme Trento (gruppo che fa riferimento a Futura2018). «Riservandosi» però una piccola mossa a sorpresa, che «rompe» una sorta di protocollo non scritto: il primo cittadino ha deciso infatti di affidare la seconda poltrona di Palazzo Thun per importanza non a un alleato, ma a un esponente del suo stesso partito. Chiamando vicino a sé Mariachiara Franzoia: una scelta che molti hanno già letto come una chiara investitura in vista delle elezioni del 2020.
«Ho creato una situazione nuova per rafforzare la coalizione, non per indebolire le persone» ci tiene a chiarire Andreatta, che ieri ha rotto il silenzio che durava ormai da giorni. «Del resto — ammette — ho sempre fatto della discrezione il mio stile». A chi lo incalza, il sindaco tratteggia il filo conduttore della sua riflessione di questi giorni. Che — come è nel suo stile — è tutt’altro che semplicistica. «Il punto di partenza — sottolinea — è la storia politica di Trento e del Trentino con riferimento agli ultimi vent’anni». Vale a dire, il periodo di governo del centrosinistra autonomista. Fino alle «batoste» delle politiche di marzo e delle provinciali del 21 ottobre, che hanno sancito lo strapotere della Lega. «Tutto questo percorso — osserva il sindaco — ci insegna che divisi si perde e uniti si vince. Insieme: questo è il principio guida che deve stare alla base di tutto». E proprio su questo principio poggia il suo rimpasto che, a un anno e mezzo dalla fine della consiliatura, «punta a rafforzare la compattezza della coalizione, guardando al 2020, pur senza disegnarlo». E cercando, allo stesso tempo, di garantire ad Andreatta i numeri necessari per governare senza dover affrontare ogni votazione con un brivido lungo la schiena.
Di qui le scelte. Con, come previsto, il dimissionario dem Andrea Robol sostituito da Corrado Bungaro (al quale sono state assegnate le deleghe di cultura, biblioteca, politica ambientale e pari opportunità). E con un’altra poltrona assegnata a Futura (alias Insieme Trento) per premiare il soggetto di Paolo Ghezzi: in giunta entra anche Alberto Salizzoni, che si occuperà di urbanistica, edilizia privata e mobilità. «Ho chiesto un passo indietro all’area popolare» allarga le braccia Andreatta. Che in questo modo saluta il suo ormai ex vicesindaco Paolo Biasioli, destinato a tornare in Aula da semplice consigliere (come Robol): «È una delle persone più leali che io abbia incontrato nel mio percorso politico, una delle più competenti ad ampio raggio. Ho preso questa decisione con grande fatica e sofferenza». Sarà Franzoia, quindi, la nuova vice: «Una delle figure più autorevoli e rappresentative della coalizione di centrosinistra autonomista, stimata anche dalla minoranza. L’unica che, a marzo, nel capoluogo è riuscita a sconfiggere il centrodestra». Un appunto, però, è necessario: nel 2015, lo stesso sindaco non aveva fatto mistero di voler cedere il testimone alla sua assessora nel 2020. «No, non è un’investitura» si schermisce lo stesso Andreatta. Anche se l’idea di un primo cittadino donna, in queste settimane, è già maturata da più parti. A disposizione, per cercare di compattare ancora di più il quadro, il sindaco ha anche una delega consiliare: non è escluso che possa affidarla all’area popolare. Magari proprio a Biasioli. Anche se proprio a CantiereUpt è stata assegnata la presidenza del consiglio, lasciata libera da Lucia Coppola: sullo scranno più in vista di Palazzo Thun siederà Salvatore Panetta, il «re» delle preferenze, uscito dal Cantiere e oggi nel gruppo misto con Paolo Castelli.
«Questo nuovo assetto — prosegue Andreatta — è una prima risposta per contrastare la Lega e per rendere la coalizione più compatta». Con un occhio alle priorità: «Partiamo dalle linee programmatiche, aggiornate a luglio». Che fissano i temi strategici: la revisione del Prg, il polo culturale (ex Lettere ed ex mensa), l’area di Piedicastello, la sicurezza («Stiamo scrivendo un patto con il commissario del governo»). E ancora: il futuro del Bondone, la mobilità, le infrastrutture e la manutenzione. «Con la maggioranza — conclude il sindaco — ne parleremo a breve».
Le deleghe Il musicista si occuperà di cultura e ambiente L’ingegnere avrà in mano l’urbanistica
L’analisi «Non voglio indebolire soggetti o partiti Punto a rafforzare la coalizione»
I volti Mariachiara è una delle figure più autorevoli del centro sinistra autonomista. Paolo è competente, chiedergli un passo indietro mi è costato fatica
Le priorità Sono molte le questioni che dovremo affrontare Penso alla revisione del Prg, al polo culturale, all’area ex Italcementi