Tunnel, Confindustria contro Toninelli
«Il blocco del cantiere? Infarto europeo». Alfreider: l’irresponsabilità ha un limite
Il ministro pentastellato Toninelli ritiene sensata la volontà di bloccare i lavori del Tunnel del Brennero espressa dal collega Fraccaro. Insorge Confindustria regionale: «Si provocherebbe un infarto europeo: l’opera è lo snodo che collega il nord al sud». Alfreider (Svp) parla di irresponsabilità. Ad oggi i lavori di scavo della galleria di base del Brennero sono realizzati al 39%. Si sono spesi 1,8 miliardi rispetto a un totale di 8,38. A regime saranno impiegate 2500 persone.
TRENTO Levata di scudi in Trentino Alto Adige contro il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che ritiene «sensata» l’ipotesi di blocco dei lavori del tunnel del Brennero, oggi arrivati al 39% del totale. Per Confindustria il blocco dei lavori provocherebbe «un’infarto europeo». Durissimo il vicepresidente dell’Svp Daniel Alfreider: «È ora di dire basta a chi si dimostra irresponsabile, incompetente, superficiale e contraddittorio».
Lo scetticismo nei confronti delle grandi opere da parte del M5s è noto, basti vedere quanto sta accadendo per la Tav Torino-Lione, in fase di assegnamento dei lavori. La galeria di base del Brennero, invece, è molto più avanti: gli scavi sono iniziati nel 2007, attualmente è stato completato il 39% del tracciato. Il ministro trentino Riccardo Fraccaro però sostiene che sia il caso di bloccare i lavori e l’altro ieri il suo compagno di partito Toninelli ha affermato: «Il collega Fraccaro espone una posizione sensata, che riflette la visione del M5s che si interroga giustamente sul merito e sulla utilità di alcune grandi opere. Farò in modo che le opere impattino il meno possibile sui territori interessati, dando comunque il massimo vantaggio alla competitività del Paese».
Gli industriali del Trentino Alto Adige intervengono compatti: «Il tunnel del Brennero è un’opera strategica per il futuro del nostro territorio. Metterla in discussione significa mettere a rischio la sostenibilità sociale, ambientale ed economica della regione. Significa provocare un infarto europeo, perché il Brennero è lo snodo centrale che collega il nord e il sud dell’Europa». Gli industriali ricordano che il tunnel serve a favorire la competitività delle imprese, a spostare con efficacia il trasporto dalla gomma al ferro, a potenziare la raggiungibilità della regione. Stefan Pan, presidente regionale di Confindustria e uno dei vicepresidenti nazionali, chiarisce: «Siamo i primi a voler realizzare le grandi opere nel rispetto del territorio, perché ci viviamo anche noi. Allo stesso tempo però dobbiamo far capire a tutti la rilevanza strategica delle reti di collegamento». I presidenti provinciali degli industriali Enrico Zobele (Trento) e Federico Giudiceandrea (Bolzano) aggiungono: «Facciamo del bene al nostro Paese se permettiamo alle nostre imprese di correre e sprigionare la loro energia: perciò non possiamo dire no ai grandi corridoi infrastrutturali».
Più duro Alfreider: «C’è un limite anche all’irresponsabilità». «Il ministro Toninelli — argomenta — ha firmato a giugno il memorandum d’intesa fra Italia, Germania e Austria per la costruzione del tunnel ferroviario di base del Brennero e delle relative tratte di accesso fra Fortezza e Verona sostenendo attraverso una nota del Mit che “gli impegni lungo il corridoio sono una sfida chiave per la nostra econo- mia”, che il tunnel del Brennero “è un’opera strategica”». Inaccettabile invertire in questo modo la rotta, «è ora di dire basta a chi piega scelte ritenute strategiche in Italia e in Europa alla più incredibile e presunta convenienza politica per il proprio partito» aggiunge.
Un aggiornamento sui numeri dell’opera: il costo totale dei 55 chilometri di galleria fra Fortezza e Innsbruck è di 8,38 miliardi di euro, il 50% sulle spalle dell’Italia (4,19 miliardi). Il cofinanziamento Ue vale il 50% per la progettazione e il 40% per la realizzazione. Finora sono stati scavati 90 chilometri di gallerie su 230 totali (due tunnel ferroviari, il tunnel esplorativo e le connessioni). Sono stati spesi in tutto 1,8 miliardi. A fine 2027 alle due linee ferroviarie esistenti si aggiungeranno alle due in tunnel, che avranno meno pendenza e consentiranno trasporti molto più consistenti. Al momento in Italia gli occupati nell’opera sono 1200, escluso l’indotto, e si stanno rispettando i tempi. In Austria sono in 300. Ieri sera su Rttr Raffaele Zurlo, amministratore di Bbt Se per parte italiana, notava che una volta a regime anche i lavori in Austria, il numero degli impiegati salirà a 2.500. In caso si stop ai cantieri perderebbero il posto e inoltre verrebbero disattesi impegni per 3 miliardi di euro, con le relative penali. Senza dimenticare che abbandonare le gallerie costa, perché bisognerebbe metterle in sicurezza.