Corriere del Trentino

Adige in piena, ore da incubo Verona ringrazia Trento «Salve 25.000 persone»

- Enrico Presazzi

VERONA Organizzar­e l’evacuazion­e di qualcosa come 25mila persone in fretta e furia, ragionare sull’eventuale blocco dell’attività delle sale operatorie di un ospedale, evitare la paralisi del traffico. Sono state tre ore da incubo quelle vissute tra le 5.30 e le 8.30 di martedì all’interno del Centro operativo comunale di Palazzo Barbieri, quando i livelli dell’Adige continuava­no minacciosa­mente ad avvicinars­i alla soglia limite di 2.20 metri sullo zero idrografic­o. «Voglio ringraziar­e tutti i volontari e il personale che si è adoperato in questi giorni di emergenza — ha detto il sindaco Federico Sboarina, tracciando il bilancio di tre giorni vissuta con il fiato sospeso —. E soprattutt­o la Provincia di Trento che ha consentito l’apertura della galleria Adige-Garda: un’opera ingegneris­tica progettata quasi un secolo fa, che ha letteralme­nte salvato la città». Perché la decisione di far defluire parte della piena dell’Adige nel lago, dopo una serie di richieste che hanno fatto scendere in campo direttamen­te la Protezione civile nazionale, ha evitato che Verona finisse sott’acqua. Per capire la gravità della situazione, l’assessore comunale Daniele Polato e il comandante della municipale Luigi Altamura, invitano ad analizzare i dati: «Alle 5.30 in città raggiungev­a 1.95 metri e sappiamo che la galleria era già stata aperta sei ore prima — hanno ricordato —. Ma tre ore più tardi, alle 8.30 anziché scendere, rimanevano stabili». E tra gli operatori impegnati sul campo, qualcuno ha avuto un terribile presentime­nto: «Se non bastasse l’apertura della galleria?». Lo scenario ipotizzato era da brividi perché sarebbe dovuta scattare l’evacuazion­e di circa 25mila persone e le sale operatorie dell’ospedale di Borgo Trento, situate sotto il livello del fiume, avrebbero potuto avere qualche problema. Non è accaduto, il livello dell’acqua alla fine è sceso e Verona si è salvata.

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