L’esponente del Cantiere: «Rispetto la decisione del sindaco, ma non ne condivido le motivazioni Deluso da un punto di vista umano: in politica non vale la pena essere leali, competenti e generosi»
Prende atto della decisione di Andreatta: da persona moderata quale è, Paolo Biasioli non attacca frontalmente il sindaco per il suo «sacrificio», pur «non condividendo le motivazione alla base della scelta». Ma la delusione c’è. Aspra. «In politica — dice amaro l’ormai ex vicesindaco — non vale la pena essere leali, competenti e generosi».
Biasioli, da vicesindaco a consigliere comunale «semplice»: come ha vissuto questa decisione da parte del primo cittadino?
«In politica, si sa, ci sono momenti belli e momenti duri. Il sindaco ha la facoltà di scegliere la propria giunta: lo ha fatto con me affidandomi anche l’incarico di vicesindaco. E lo ringrazio per l’opportunità che mi ha offerto: ho potuto conoscere la città in modo approfondito. Ora ha deciso in altro modo. E, come ho già detto a lui, non ne condivido le motivazioni».
In che senso?
«L’esito delle elezioni provinciali non può condizionare l’esito delle comunali del 2015. Con questo ragionamento, a ogni elezione dovrebbe seguire un rimpasto. L’area del Cantiere, pur se divisa, merita di avere gli stessi assessorati di chi, oggi, ha quattro consiglieri. Non ne faccio una questione personale, parlo del gruppo».
Questo per l’aspetto politico. C’è poi l’aspetto umano.
«Sia chiaro, non cambierò il mio modo di essere per questa delusione: siederò in consiglio e porterò avanti le mie istanze. Ma dispiace: ho capito che in politica — meglio, in questa politica — essere leali, competenti e generosi non conta. Ringrazio comunque chi ha lavorato con me in giunta e quei consiglieri, di maggioranza e opposizione, che si sono impegnati per costruire delle decisioni importanti. Ringrazio meno, invece, chi ha lavorato solo per distruggere. Ringrazio ovviamente i dirigenti. E mi scuso fin d’ora con le persone che da me aspettavano una risposta che non avrò il tempo di dare».
Quali partite avrebbe voluto portare a termine?
«Sono molte. La questione più grossa da seguire è quella dell’interramento della ferrovia. Ma in ballo ci sono anche altre partite: penso all’area ex Italcementi, alle permute con la Provincia legate allo Scalo Filzi, all’ex Atesina, ai terreni di San Vincenzo dove dovrà sorgere il nido gialloblù».
Cosa si porta via da questi anni di giunta?
«L’essere riusciti ad abbattere i mutui, dal 2009 a oggi, che ci erano rimasti dalle amministrazioni precedenti. Ma anche la chiusura della vicenda del buco Tosolini, l’abbattimento dell’ex Frizzera. Soprattutto, mi rimane il fatto di aver conosciuto tante persone che si impegnano per la città».